Nella pausa estiva di Ferragosto della maggiorparte dei sondaggi politici nazionali, gli ultimi dati utilizzabili risalgono a Ilvo Diamanti che ieri su Repubblica ha tracciato un focus sulla Lega di Matteo Salvini a 12 mesi dalla crisi di Governo “nata” al Papeete. Se da un lato il Carroccio resta ancora oggi il primo partito d’Italia, è crollo netto di 10-11 punti percentuali rispetto ai fasi del luglio-agosto 2019: all’epoca, Salvini veleggiava al 34-35% e puntava insieme al Cdx all’ingresso dalla porta principale del Governo con nuove elezioni politiche. La “mossa” di Renzi e Grillo ha invece fatto nascere il Governo Conte-2 portando la Lega mese dopo mese a calare fino al 29% del marzo 2020 e poi all’attuale 25-26% per i sondaggi Demos-Pi nel pieno della crisi Covid-19. La fiducia personale verso Salvini, dopo aver superato il 50% un anno fa, è scesa sotto il 40%, ma è salita a livello nazionale tanto quella in Luca Zaia quanto nella alleata-rivale di FdI Giorgia Meloni.



SONDAGGI YUOTREND: LE SUPERMEDIE A CONFRONTO

Come ancora scrive Ilvo Diamanti nel presentare gli ultimi sondaggi politici su Repubblica, «Il Covid è, forse, il principale fattore di stress per la Lega di Salvini. Perché ha “oscurato” gli altri motivi di paura, agitati dalla Lega, per attrarre gli elettori. Per primo, gli immigrati. L’emergenza generata dal Covid, inoltre, ha accentuato la coesione fra i cittadini. Li ha spinti a stringersi intorno al “Capo del Governo”. Mentre ha spinto ai margini chi fa “opposizione”. In modo aperto e anti-politico. Come la Lega di Salvini». Resta comunque intatta, pressoché uguale ad un anno fa, la fiducia all’interno degli elettori della Lega per il proprio leader, superiore di 20 punti rispetto al Governatore del Veneto che resta però il leghista più amato da tutti gli altri elettori italiani. Osservando invece il confronto tra l’unica Supermedia YouTrend effettuata in questo agosto con quella di un anno esatto fa, si scopre il Carroccio scendere dal 36,8% fino all’attuale 24,6%, un -12,2% in parte tamponato dalla crescita importante di Fratelli d’Italia all’interno del Centrodestra, il che non fa perdere troppo vantaggio sulla coalizione rivale giallorossa. Meloni dal  6,3% al 15,3%, Pd invece arretra ulteriormente in un anno dal 21,7% all’attuale 20,2%, complice anche l’addio di Calenda e Renzi verso i rispettivi nuovi partiti Azione e Italia Viva. Il M5s invece continua la sua discesa, dal 17,6% all’attuale 16%, anche se col Premier Conte registra una fiducia più alta a livello di leader politici.

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