Siamo forse ad un bivio importante per il futuro dei partiti politici: i sondaggi pubblicati ieri sera da Swg mettono nero su bianco la differenza che vi sarebbe oggi in un ipotetico voto nazionale laddove Giuseppe Conte sia o no schierato come candidato Premier e leader del M5s. Dopo la fine del suo esecutivo e l’avvento del Governo Draghi, le voci sul possibile “federatore” del Centrosinistra – ipotesi inseguita da tempo da Zingaretti e Bettini – si sono scontrate con la realtà dei fatti: Beppe Grillo domenica scorsa convocando lo stato maggiore del Movimento, con presente anche Conte, ha affidato in sostanza il ruolo di leader nell’immediato futuro dei 5Stelle all’avvocato del popolo.
E così i sondaggi oggi presentati danno un duplice scenario laddove alle prossime elezioni vi sia effettivamente un M5s con o senza Conte in sella: le intenzioni di voto attuali di Swg a La7 danno la Lega ancora in testa con il 23,4%, senza perdere consensi dopo la nascita del Governo Draghi. Segue il Pd al 18,5%, in calo dopo le ultime uscite del segretario Zingaretti contestato da parte della base Dem e degli stessi membri della Direzione Nazionale: al terzo posto stabilmente ormai e sempre più vicina al Pd è Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia al 17% appena davanti ai grillini che restano al 15,8%.
SONDAGGI, COSA CAMBIA CON CONTE LEADER DEI 5STELLE
Chiudono le intenzioni di voto dei sondaggi politici Swg Forza Italia al 6,9%, Italia Viva di Renzi al 2,8% superata ormai stabilmente da Azione di Carlo Calenda al 3,9%: in coda, Sinistra Italiana al 2,7%, +Europa al 2%, Verdi all’1,9%, Mdp-LeU all’1,9%. Ma se alla fine Conte fosse davvero il leader dei grillini, ecco che lo scenario cambierebbe e di molto con i sondaggi di fatto “stravolti” dall’opzione Conte-M5s: in testa rimarrebbe la Lega che scenderebbe però al 22,3% dei consensi a livello nazionale. Appena dietro il Movimento 5Stelle “rifondano” dalla presenza di Conte al timone, con un 22% che “ruba” voti a tanti soprattutto al Partito Democratico: 14,2% per i Dem qualora Conte decidesse di ‘convolare a nozze’, come ormai sembra scontato, con Grillo e Di Maio, surclassati anche da FdI al 16,1%. Berlusconi con Forza Italia perderebbe poco e rimarrebbe al 6,1% mentre tutti gli altri partiti assieme non andrebbero oltre quota 19,3%, con astensione invece ferma al 35%.