LE INTENZIONI DI VOTO DEI SONDAGGI POLITICI EMG: VOLA FDI, M5S STACCA IL PD
Nei sondaggi politici realizzati tra il 21 e il 22 novembre scorso da Emg Different per la Rai emergono due elementi su tutti: il Centrodestra si conferma in crescita, sempre trainata dalla corsa di Fratelli d’Italia, mentre all’interno del Centrosinistra la situazione è in ebollizione con il Movimento 5Stelle che non solo supera ma “semina” gli alleati-rivali del Partito Democratico. Il tutto quando dopo oltre un mese di Governo Meloni i punti “di fibrillazione” sono già diversi affrontati dalla maggioranza ma senza che questo abbia avuto ripercussioni particolari sul fronte del consenso, anzi.
Entrando nelle pieghe dei singoli numeri sui sondaggi politici Emg, FdI guarda tutti dall’alto in basso con il 28,9% di gradimento dell’elettorato, +2,9% rispetto ai risultati delle Elezioni del 25 settembre: il M5s è la seconda forza del Paese con il 18%, anche per i grillini la crescita è importante del 2,6% in praticamente due mesi. La stessa cifra ma al negativo è il consenso perduto dal Pd di Letta, sceso fino al 16,5% nei sondaggi politici diffusi per la Rai: in vista del Congresso di febbraio, è la stessa leadership interna alla sinistra ad essere stata perduta secondo le attuali intenzioni di voto. Chiudono i sondaggi tutti gli altri partiti sotto il 10%, a cominciare dalla Lega di Salvini che pur perdendo lievemente all’8,8% riesce a staccare il Terzo Polo di Calenda e Renzi al 7,5% che non sembra crescere più. Forza Italia scende al 6,9%, con Verdi-Sinistra che cala al 3,4% dopo il “caso Soumahoro”: chiudono ItalExit al 2,5%, PIùEuropa al 2,3%, Unione Popolare all’1,9%, Noi Moderati con Lupi all’1,2%.
SONDAGGI POLITICI, COSA PENSANO GLI ITALIANI DELLA GUERRA
Dalla Manovra alla questione migranti, dai rave party fino alla recentissima tremenda tragedia di Ischia con la frana su Casamicciola Terme: i sondaggi politici in questo periodo hanno tastato il polso dell’elettorato per capire come il Governo Meloni stia affrontando tutte queste emergenze. Ce n’è una però più grave di tutti, che è ovviamente la guerra in Ucraina con il rischio globale di un conflitto sempre più “mondiale” che terrorizza tutta la comunità internazionale: se finora anche negli ultimi sondaggi politici del Barometro Demopolis la fiducia nel Governo è positiva (48% per la Premier Meloni, 42% per il Governo dopo un mese di operato), interessanti sono le rilevazioni prese da AnalisiPolitica per Libero Quotidiano in merito alla considerazione sul rischio della guerra nel nostro Paese.
Alla domanda specifica, «Se un paese dell’Unione Europea o uno stretto alleato dell’Italia venisse attaccato militarmente, lei accetterebbe di essere chiamato a combattere o comunque a contribuire per la difesa del Paese?», il 22% degli elettori intervistati risponde affermativamente (erano il 17% nel gennaio 2022, prima dell’inizio della guerra in Ucraina), il 60% risponde con No secco mentre il 18% non sa/non risponde. La situazione varia se il “Paese attaccato” fosse proprio il nostro: il 31% sarebbe pronto a combattere, il 52% si dice contro la guerra: essere poi pronti a “rischiare la vita” in guerra è qualcosa che viene accettato dal 28% degli elettori sentiti dai sondaggi politici di Analisi, mentre il 56% dice comunque di No.