SONDAGGI POLITICI DEL TERMOMETRO: M5S STACCA PD NELLE INTENZIONI DI VOTO, BENE ANCORA FDI

Si amplia la forbice tra M5s e Pd alle spalle del primo partito ancora “imprendibile” in Italia, ovvero Fratelli d’Italia: questo dicono le intenzioni di voto dei sondaggi politici realizzati da “Termometro Politico” tra l’1 e il 2 dicembre scorso. Dati freschi insomma per valutare i primi giudizi dell’elettorato sulla Manovra di Bilancio e sulle principali tematiche “calde” dell’attualità politica. Se si votasse oggi, i dati che emergono dai sondaggi politici del Termometro non fanno che confermare il “trend” di queste ultime settimane con il partito di Giorgia Meloni in costante crescita al 28,6% (secondo i sondaggi Swg diffusi ieri addirittura FdI sarebbe oggi proiettato al 31%). Tiene bene il Movimento 5Stelle di Giuseppe Conte al 17,5%, capace ormai di staccare il Pd di Enrico Letta (16,8%), in forte tensione interna in vista delle prossime Primarie del 19 febbraio.



Il Terzo Polo di Calenda e Renzi con l’8,4% di consenso riesce a tenere il “tandem” centrista davanti alla Lega di Salvini, in ripresa all’8,2%, e a Forza Italia invece ancora in difficoltà con il 6,7% di preferenze su base nazionale. Concludono nelle intenzioni di voto dei sondaggi politici del Termometro, tutti gli altri partiti sotto il 4%, a cominciare dall’alleanza Verdi-Sinistra in calo al 3,4% dopo il caso Soumahoro: PiùEuropa di Emma Bonino al 2,5%, ItalExit di Paragone al 2,3%, Unione Popolare di De Magistris all’1,6% e Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo all’1,4%. In termini invece di fiducia specifica per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i sondaggi di inizio dicembre la vedono al “top” per il 28,6%, 15,7% concede discreta fiducia mentre il 18,9% la valuta con difficoltà. Il 35,6% invece si dice per nulla fiducioso nell’operato della Premier in quota FdI.



POS, CONDONI E CARTELLE: I SONDAGGI POLITICI SULLA MANOVRA DEL GOVERNO

Dai partiti alla Manovra, le ultime settimane vedono al centro del dibattito politico la Finanziaria 2023 incentrata per 20 miliardi su 39 complessivi circa sugli interventi del caro-bollette. Eppure, come emerge dai sondaggi politici ancora del Termometro, anche su altri elementi gli intervistati elettori producono interessanti valutazioni: ad esempio, davanti al tema dirimente dei “condoni edilizi” – come ha plasticamente e tragicamente dimostrato il disastro di Ischia – il 44,5% ritiene che non vadano mai compiuti condoni in quanto «incoraggiamento all’illegalità e alla costruzione di case in aree idro-geologiche pericolose». Il 48,9% invece ritiene che i condoni «Sono accettabili se viene sanata una mancata concessione e violazioni fiscali, ma non se si è costruito in una situazione di pericolo idro-geologico».



Per quanto riguarda invece l’aspetto più economico della Finanziaria, in merito al saldo-stralcio di vecchie cartelle esattoriali fino a 1000 euro (e per le altre le sanzioni vengono ridotte/eliminate) l’elettorato medio raggiunto dai sondaggi del Termometro ritiene al 16,9% che lo stralcio sarebbe dovuto valere anche per le cartelle di più di mille euro e quelle più recenti; il 26,7% invece crede sia giusto l’intervento del Governo Meloni in quanto «si tratta di somme che tanto lo Stato avrebbe avuto poca possibilità  di riscuotere». Per il 14,5% invece sarebbe stato giusto pagare le sanzioni (mentre non le imposte non pagate) mentre la maggioranza – il 39,9% – risponde che l’intervento in Manovra «è sbagliato in quanto si tratta di un incentivo a evadere e non è rispettoso verso chi paga tutte le tasse e le multe». Ultimo tema dei sondaggi politici TP, la polemica sul pos obbligatorio nei negozi solo oltre i 60 euro di pagamento e il tema del tetto al contante: per il 22,8% «Sono d’accordo, anzi, non dovrebbe esservi nessun obbligo di accettarli come in gran parte d’Europa»; il 16,3% crede sia giusto quanto inserito dal Governo in Manovra in quanto sulle cifre più piccole spesso le commissioni sono eccessive; il 31,3% ritiene invece che «è diritto dei consumatori pagare come desiderano e non girare necessariamente con i contanti», mentre addirittura il 28,5% pensa che tale norma sia un errore e che «si dovrebbe sostituire gradualmente il contante con la moneta elettronica per ridurre al massimo l’evasione fiscale».