LE INTENZIONI DI VOTI DEI SONDAGGI POLITICI IXÈ: FDI TORNA SOPRA IL 30%

In controtendenza rispetto ad altri sondaggi politici di queste ultime settimane, le intenzioni di voto in arrivo dall’Istituto Ixé vedono tornare sopra quota 30% il partito della Premier Giorgia Meloni pur nei giorni delle forti polemiche tra FdI e Pd sul caso Cospito (Donzelli, Del Mastro etc…). I sondaggi politici realizzati tra il 2 e il 3 febbraio producono infatti un’iniezione di fiducia per il Governo di Centrodestra visto il 30,1% ottenuto da Fratelli d’Italia, cui fa seguito anche il 7,8% della Lega di Salvini e il 7,5% di Forza Italia (e anche lo 0,5% di Noi Moderati con Lupi e Sgarbi).



In casa Centrosinistra invece i sondaggi politici Ixé non danno grandi “good vibes” al partito impegnato nelle Primarie verso il Congresso: il Pd resta infatti sotto il M5s, rispettivamente fissati al 16,7% e al 17,9% su scala nazionale. Il Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda si ferma questa settimana al 7% delle preferenze, quasi doppiando l’alleanza di Verdi-Sinistra che resta ferma al 3,8% secondo le intenzioni di voto Ixé. Chiudono i sondaggi politici il partito di Paragone (ItalExit) al 2,7% e tutti gli altri mini partiti che assieme non vanno oltre il 3,2% delle stime nazionali. Ad oggi, il mix di astensione e indecisi produce un importante 43,2% tra gli intervistati raggiunti dai sondaggi Ixé.



GIUSTIZIA E INTERCETTAZIONI, GLI ALTRI SONDAGGI POLITICI

Da Ixé a Noto, i sondaggi politici non sono solo partiti o leader: durante una delle ultime puntate di Porta a Porta su Rai1 Bruno Vespa ha presentato un interessante indagine condotta da Noto Sondaggi politici sul tema della giustizia, in vista della riforma incardinata dal Ministro Carlo Nordio prima che “esplodesse” il caso Cospito che sta un po’ ritardando la presentazione del primo disegno di legge. La limitazione delle intercettazioni sui reati cosiddetti “minori” – o quantomeno la ridotta pubblicazione – è uno dei capisaldi del Guardasigilli e del Governo Meloni: per il 70% la soluzione migliore sarebbe quella di mantenere le intercettazioni cruciali per tutti i reati e non solo per mafia o terrorismo.



Solo il 25% degli intervistati invece vorrebbe limitare le intercettazioni solo per reati gravi come mafia e terrorismo, mentre il 5% non sa/non si esprime. In caso invece di pubblicazione delle intercettazioni non attinenti alle indagini, la legge secondo il 54% degli intervistati nei sondaggi politici di Noto dovrebbe «denunciare chi le pubblicare e chi le fornisce», sulla scia dunque di quanto sostiene il Ministro Nordio. Il 27% invece ritiene che si debba denunciare solo chi pubblica quelle intercettazioni “non attinenti” mentre il 12% ritiene che possa essere pubblicato tutto in quanto si tratta solo di informazione. Da ultimo, il problema delle intercettazioni secondo il 57% dell’elettorato intervistato risiede più nella pubblicazione sui giornali o in tv mentre il 30% considera pericoloso il fatto che si possa essere intercettati per qualsiasi ipotesi di reato.