LE INTENZIONI DI VOTO DEI SONDAGGI POLITICI DEMOPOLIS: CALO FDI, PD RESTA AL 15%

In lieve ribasso rispetto al trend di questi primi 100 giorni di Governo, ma comunque nettamente in vantaggio rispetto ai diretti rivali del Centrosinistra: i sondaggi politici realizzati da Demopolis per La7 (e realizzati il 26 gennaio scorso, ndr) premiano ancora una volta Fratelli d’Italia come primo partito del Paese, anche se in lieve calo rispetto alle intenzioni di voto precedenti. Il partito della Premier Meloni – in missione negli ultimi giorni tra Algeria e Libia per il tema dell’energia – scende sotto quota 30% fermandosi al 29%, comunque nettamente davanti al “tandem” progressista, sia il M5s di Conte (in ripresa al 17,8%) e sia il Pd fermo al 15%, destinato alla sfida Bonaccini-Schlein nelle prossime Primarie del 26 febbraio.



Osservando ancora i sondaggi politici Demopolis emerge come nel terzetto di “inseguitori” del trio di testa la Lega di Salvini sia ancora oggi il partito maggiormente in “salute”: il Carroccio tiene all’8,3% davanti al 7,5% del Terzo Polo di Calenda e Renzi e sempre davanti agli alleati di Governo di Forza Italia, con Berlusconi che non riesce ad andare oltre il 6,6% su scala nazionale. Chiudono le intenzioni di voto l’alleanza Verdi-Sinistra al 3,2% e tutte le altre liste che assieme non vanno oltre il 2%: per i sondaggi politici di Demopolis, la soglia degli indecisi raggiunge il 20% mentre l’affluenza in quanto tale non va oltre il 61%.



FIDUCIA GOVERNO, PREMIER E TEMA INTERCETTAZIONI: GLI ALTRI SONDAGGI POLITICI

Dal borsino dei partiti fino ai temi scottanti della politica, a cominciare dal caos giustizia con la riforma Nordio che intende mettere mano all’abuso delle intercettazioni specie nelle pubblicazioni sui media: i sondaggi politici realizzati da Proger Index Research per PiazzaPulita lo scorso 26 gennaio “scontano” forse un incomprensione tra l’elettorato e il tema effettivo posto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, complice in questo la narrazione dei media sulla tematica. A domanda diretta “secondo lei andrebbero ridotte le intercettazioni nelle inchieste?”, la risposta degli elettori nei sondaggi politici Index è categorica: il 63,2% reputa che non si debba toccare l’istituto delle intercettazioni, mentre solo il 32,9% starebbe con il Governo nel progetto di riforma.



Qui però pesa e molto l’interpretazione nefasta fatta sulla prossima riforma Nordio, come se il Ministro volesse di colpo abolire buona parte delle intercettazioni in sede d’indagine: qui il Guardasigilli ha invece più volte ribadito che il tema non è la presenza delle intercettazioni, tra l’altro più che legittime specie sui grandi reati come mafia e terrorismo, ma il suo abuso con la pubblicazione vietata sui media che puntualmente “passa” da cancellerie e Procure “compiacenti”, sbattendo il “mostro” in prima pagina alle volte senza alcuna prova o indizio di colpevolezza (e ben prima delle sentenze). Immagine ben più realistica è quella che invece emerge sulle considerazioni dell’elettorato circa la fiducia in Governo e Premier, dove qui le difficoltà su più campi vedono al ‘ribasso’ i consensi nei sondaggi politici realizzati sempre da Index. Il 46% si dice in fiducia della Presidente Giorgia Meloni, nettamente più stimata del proprio Governo, fermo nei consensi al 38%: nei primi 100 giorni del Governo, il 58,2% reputa mantenute diverse promesse dalla Premier in campagna elettorale.