Nell’intervista al Fatto Quotidiano questa mattina il Premier Giuseppe Conte ha dedicato gran parte della chiacchierata con Marco Travaglio alla necessità che Pd e M5s possano trovare un’alleanza alle prossime Elezioni Regionali, specie in Puglia e Marche dove al momento – alla vigilia della presentazione delle liste – i candidati sono ancora distinti. I sondaggi politici sulle Regionali in Puglia e Marche mostrano per il momento – secondo gli ultimi dati disponibili dell’Agenzia Dire dello scorso 10 agosto – un vantaggio del Centrodestra più marcato nella piccola regione adriatica e più in discussione tra Emiliano e Fitto. «Trovo ragionevole che le forze politiche che sostengono il governo provino a dialogare anche a livello regionale. In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione. Una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green deal, dell’innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole», spiega il Presidente del Consiglio, tenendo ben presente che al momento i sondaggi danno Acquaroli (Centrodestra) tra il 43.5% e il 47.5% mentre lo sfidante del Pd Maurizio Mangialardi non va oltre il 36-40%, con il 12.5-16.5% del Movimento 5 Stelle di Mercorelli che potrebbe in effetti togliere spazio e voti al Centrosinistra nella sfida alle destre. In Puglia invece i sondaggi Dire suggeriscono battaglia più aperta: Fitto (Cdx-FdI) tra 40 e 44% mentre il Governatore uscente Michele Emiliano non andrebbe oltre il 35-39%. Antonella Laricchia del M5s ad oggi prenderebbe tra il 13 e il 17% su scala regionale.
LE INTENZIONI DI VOTO
Con i sondaggi politici nazionali “fermi” per la pausa estiva, le ultime stime a disposizione per avvicinarsi alle prossime Elezioni Regionali e Referendum risalgono ancora allo scorso 10 agosto con i dati di Termometro Politico che nascevano nel pieno dello “scandalo furbetti” sul bonus Inps chiesto e preso da 2 parlamentari della Lega, 1 del M5s e potenzialmente altri due rimasti per il momento anonimi (rumors davano 1 del Pd e 1 di Italia Viva ma non vi sono conferme al momento). Ebbene, al netto delle polemiche e prima della settimane convulsa tra discoteche, rientri estero e scuola, il Governo Conte-2 non veleggia in ottime acque elettorali: la Lega resta infatti il primo partito del Paese con il 27,4% dei consensi, mentre il Pd resta a distanza netta di 7 punti con il 20,2% su scala nazionale. Sorpasso di Giorgia Meloni sul Movimento 5 Stelle – 14,7% FdI contro il 14,5% del M5s – e crisi costante ancora per Forza Italia, ferma al 5,8%. Si riavvicina a lenti passi Italia Viva di Matteo Renzi con il 3,2%, mentre Azione Calenda al 3% e Sinistra-LeU al 2,8% restano incollate. Chiudono le intenzioni di voto prima di Ferragosto Italexit di Paragone al 2,1%, Verdi all’2,4%, Più Europa all’1,3%, Partito Comunista all’1%.
SONDAGGI & CENTRO: LE “TRAME” TRA CALENDA E RENZI
Con il rinnovato “patto” nazionale e locale tra Pd e M5s dopo il voto di Rousseau della base grillina – non senza problemi, come ad esempio si scorge nei candidati nelle Marche e in Toscana – le trame politiche si agitano nei partiti “centristi”. Guardando gli ultimi sondaggi politici, una fante-coalizione – per il momento – che comprenda Berlusconi, Renzi, Calenda, Bonino e forse Toti potrebbe raggranellare quasi un 15% complessivo e così per il Messaggero la possibilità di uno “tsunami” centrista non è tutta da escludere. «L’ala moderata del centrosinistra, a cominciare da Carlo Calenda passando per Matteo Renzi, i socialisti di Riccardo Nencini e +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, sembrano ricompattarsi in vista di un soggetto unitario in grado di contrastare anche le iniziative del Pd sulla legge elettorale», scrive Conti sul Messaggero citando le “trame” in mano al momento al forzista Osvaldo Napoli, che starebbe pensando alla «ricostruzione dell’area moderata-centro con recupero dei voti un tempo in mano alla Margherita di Rutelli».