Lo straniero torna a far paura: per un italiano su due i migranti sono un rischio per la sicurezza. Lo evidenzia un recente sondaggio di Demos-Fondazione Unipolis per l’Osservatorio europeo sulla sicurezza. Nell’ultimo anno il clima d’opinione è cambiato di nuovo. Quest’anno la quota di persone che, nel nostro Paese, considera gli immigrati «un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone» è in risalita in maniera rilevante, arrivando al 46%, il dato più alto dal 2007, quando aveva toccato il 51%, crollando al 26% nel 2012-2013. Poi il livello di preoccupazione è risalito al 43%, tra il 2017 e il 2018, per ricalare vistosamente in seguito finora.



Stando a quanto riportato da Repubblica, si registrano livelli molto alti (35%) anche quando i migranti vengono valutati come «un pericolo per la nostra cultura, identità e religione». Invece, la preoccupazione è limitata in rapporto «all’occupazione». Una differenza che riflette un atteggiamento «consapevole», perché è ormai chiaro che nelle aziende il «lavoro manuale» è svolto in molti casi da «stranieri», spesso immigrati. Le variazioni nei sondaggi politici degli ultimi vent’anni riflettono l’attenzione rivolta sul tema migranti nelle campagne elettorali. La paura è calata quando è apparso chiaro come gli immigrati siano utili al sistema produttivo, ma si lega anche ad altri fattori. Da ricerche condotte da Demos è emerso che anche crisi economiche, virus e guerre hanno lasciato l’immigrazione sullo sfondo. Ora torna sulla scena delle paure degli italiani.



SONDAGGI POLITICI SU MIGRANTI: GLI ORIENTAMENTI DEGLI ELETTORI

Il Rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza di Demos-Unipolis, che verrà presentato il 6 dicembre, indica che l’immigrazione, tra i diversi motivi che generano le paure tra gli italiani, ha un peso relativamente limitato. Infatti, solo il 6% degli italiani lo considera il primo problema incombente. Metà rispetto a quanti segnalano come prioritario il tema della qualità dei servizi. Invece, è oltre 6 volte in meno dei problemi economici, che preoccupano il 39% del campione interpellato. Il livello di preoccupazione non è trasversale, ma coinvolge le fasce di popolazione più esposte dal punto di vista professionale, come disoccupati e operai, e le persone con un grado di istruzione minore.



Preoccupa molto meno i più giovani e gli studenti. Come evidenziato da Repubblica, le differenze più rilevanti si riscontrano se si osserva l’orientamento politico degli intervistati. Il grado di preoccupazione cresce soprattutto tra gli elettori di centrodestra, raggiungendo livelli massimi nella base della Lega. In parallelo, scende tra chi vota partiti di centrosinistra e M5s. Il profilo cambia se si tiene conto dell’occupazione: in tal caso, sono gli elettori grillini i più preoccupati.