Arrivano importanti aggiornamenti dai sondaggi politici stilati da Swg. Diverse novità, infatti, sono state registrate nelle intenzioni di voto degli italiani. Fratelli d’Italia si conferma in vetta alla classifica di gradimento, ma deve fare i conti con un leggero calo (-0,1%): il partito di Giorgia Meloni si attesta al 21,8%. Il Partito Democratico guadagna terreno e punta il primato: i dem di Enrico Letta passano dal 21,3% al 21,6%. Terzo posto per la Lega, che torna a crescere: il Carroccio è al 16,4% (+0,2%).
Dietro il partito di Matteo Salvini troviamo il Movimento 5 Stelle: continua il momento no dei grillini, che perdono lo 0,1% e scendono al 12,9%. I sondaggi politici di Swg segnala il calo di Forza Italia: gli azzurri passano dall’8% al 7,8%. Stabile al 5,2% la federazione Azione/+Europa, mentre tra i partiti minori di Centrosinistra troviamo Mdp Articolo 1 al 2,4% (-0,1%), Verdi al 2,3% (+0,3%) e Sinistra Italiana al 2,2% (+0,1%). Male Italia Viva di Matteo Renzi: dal 2,5% al 2,2%. Infine, spazio a Italexit con Paragone al 2% (-0,2%).
SONDAGGI POLITICI: I DATI DI IPSOS
Passiamo adesso ai sondaggi politici di Ipsos per il Corriere della Sera, con il punto sugli effetti della crisi in Ucraina sull’economia italiana. Il 42% degli intervistati si aspetta che la situazione economica peggiori: +6% nel giro di venti giorni. Il 30% si aspetta che resti invariata (-1%), mentre il 17% si aspetta che migliori (-8%). Il restante 11% non ha risposto al quesito (+3%).
I sondaggi politici di Ipsos hanno poi analizzato il giudizio degli italiani sugli interventi varati o annunciati dal governo per contenere l’aumento delle bollette luce e gas, i rincari sui carburanti e la dipendenza energetica: per la maggioranza degli intervistati (42%) sono probabilmente insufficienti, ma si ritiene impossibile fare di più data la situazione dei conti pubblici. Per il 25% sono del tutto insufficienti e il governo dovrebbe fare molto di più, anche a costo di aumentare l’indebitamento del Paese. Per il 12%, invece, possono essere sufficienti per attenuare l’impennata dei costi e sostenere chi è realmente in difficoltà. Il restante 12% non ha commentato.