Dopo aver analizzato i dati di Euromedia Research, è tempo di andare a scoprire i sondaggi politici di Ixè, con le intenzioni di voto degli italiani. Importanti novità ad un mese di distanza dalle ultime rilevazioni. In vetta alla classifica troviamo il Partito Democratico, in brusco calo: i dem di Enrico Letta passano dal 23,2% al 21,4%. Buone notizie, invece, per Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni guadagna l’1,8% e si attesta al 19,6%.
I sondaggi politici di Ixè stimano la Lega di Matteo Salvini in calo dell’1,2%: il Carroccio è quotato al 15,1%. Buone notizie per il Movimento 5 Stelle: i pentastellati di Giuseppe Conte sono al 14,4%, +0,3% rispetto alla precedente rilevazione. +0,4% per Forza Italia, gli azzurri sono stimati all’8,9%, mentre la federazione Azione/+Europa scende dal 5,3% al 4,9%. Tra i partiti minori di Centrosinistra troviamo Sinistra Italiana al 2,3% (-0,5%), Articolo 1-Mdp al 2,1% (-0,2%) e Italia Viva al 2,1% (+0,5%). Infine, Europa Verde al 2% (-0,1%). La percentuale di indecisi e astenuti sale al 46,3%, +7,5% rispetto a marzo.
SONDAGGI POLITICI: I DATI DI IPSOS
Passiamo adesso ai sondaggi politici stilati da Ipsos per DiMartedì, incentrati sulla crisi in Ucraina. Ebbene, l’85% degli intervistati è preoccupato per la guerra in corso tra Mosca e Kiev: il 37% molto, il 48% abbastanza. L’11%, invece, non ha timori: l’8% è poco preoccupato, il 3% per nulla. Il restante 4% ha preferito non rispondere al quesito.
Per il 28% degli italiani il conflitto tra Russia e Ucraina è destinato a rimanere una guerra tra questi due Paesi, mentre per il 26% è destinato a estendersi ad altri Paesi ma limitato all’Europa orientale. Per il 16% potrebbe degenerare in un conflitto mondiale, mentre tre intervistati su dieci non hanno risposto.
Infine, i sondaggi politici di Ipsos hanno chiesto agli italiani con chi stanno tra Ucraina e Russia. Più della metà degli intervistati, il 54% per la precisione, si schiera dalla parte di Kiev, mentre solo il 7% sostiene le ragioni del Cremlino. Il restante 39%, quasi quattro italiani su dieci, non sta con nessuna delle due parti.