Nell’infornata di sondaggi politici pubblicati prima del silenzio elettorale (scattato dal 4 settembre 2020) in vista delle Elezioni Regionali-Comunali-Referendum ci sono ancora parecchie “partite” aperte dove Governo e opposizioni si giocano molto dell’immediato futuro politico post-voto. Una di queste “partite” è inevitabilmente la Puglia, assieme alla Toscana la vera “contesa” tra Centrodestra e Centrosinistra: secondo i sondaggi politici Swg pubblicati il 4 settembre scorso la situazione è di assoluta incertezza, con Raffaele Fitto (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e altre liste di centrodestra) davanti col 38-42% contro il Governatore uscente Michele Emiliano al 37-41% (PD, Emiliano Sindaco di Puglia e altre liste di centrosinistra). Al momento decisivo risultano i voti del M5s a favore di Antonella Laricchia (11-15%) che in contrasto con quanto chiesto dal Premier Conte ha deciso di schierarsi contro Emiliano e il Pd, al contrario di quanto avviene a livello nazionale o anche solo in Regione Liguria (a sostegno del candidato comune Ferruccio Sansa). Chiudono la contesa, il renziano Scalfarotto (Italia Viva-più Europa-Azione-Futuro Verde) al 4-6%, e Pierfranco Bruni di Fiamma Tricolore (all’1-2%).



SONDAGGI REFERENDUM: BUTTARONI “RISCHIO RIBALTONE? FORSE…”

In termini di liste invece, le Regionali in Puglia vedono i sondaggi politici Swg ancora più incerti: la coalizione Fitto raccoglie tra il 39-43% con Fratelli d’Italia capofila al 14,5%-16.5% davanti alla Lega (14,0-16,0%) e Forza Italia (5-7%), La Puglia Domani al 2-3% e Nuovo Psi-Udc al 2,5%; con Emiliano invece i dati vedono il 34-38%, con Pd al 14-16% e il resto distribuito da diverse liste pro-Governatore dem. Al 13.5-17.5% il Movimento 5 Stelle con Laricchia, mentre con Scalfarotto resta il 4.5-6.5% su scala regionale. Non di solo regionali vive la politica italiana il 20-21 settembre, in merito al Referendum sul taglio dei parlamentari in una intervista esclusiva al Sussidiario.net il presidente dei sondaggi politici Tecnè, Carlo Buttaroni, ragiona su possibili ribaltoni di un risultato al momento quasi scontato. «Rispetto alle elezioni passate, oggi a dare grande incertezza concorre una serie di variabili esogene, tutte direttamente o indirettamente legate alla presenza del Covid. Premesso che saranno le prime elezioni nella storia della Repubblica a tenersi nel pieno di un’emergenza sanitaria, il coronavirus inciderà sulla volontà di andare fisicamente ai seggi. Quanti hanno veramente intenzione di andare a votare? Oggi non lo sappiamo». Per questo, conclude il n.1 Tecné è impossibile fare previsioni, difficile azzeccare i risultati, «prepariamoci anche a possibili “rovesciamenti” degli scenari attuali».

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