Su Repubblica questa mattina sono state presentate le ultime analisi contenute nei sondaggi politici di Demos circa la riforma dello Ius Culturae, il progetto di riforma del diritto di cittadinanza proposta da Pd e Italia Viva di Matteo Renzi: «Sono favorevoli oltre i due terzi tra i cittadini e 7 su 10 fra i più giovani e gli anziani. Ci sarebbero, dunque, le premesse per approvare la riforma», spiega Ilvo Diamanti su Rep a commento dei sondaggi sorprendenti che darebbero un’immagine di un’Italia meno “leghista” di quanto viene dipinta normalmente dai media come una sorta di “spauracchio”. Lo stesso sociologo spiega però che dai sondaggi alla realtà effettiva di spazio e tempo ne passa: «Basta pensare alla sorte dello Ius soli, una riforma che disponeva, a sua volta, di un consenso maggioritario fra gli elettori, ma venne ritirato dal Pd prima che fosse discusso alla Camera per timore di venire penalizzato alle elezioni politiche (allora) prossime. Senza grande fortuna come si è visto. Al contrario: il PD pagò doppiamente perché apparve un partito in fuga dalle proprie responsabilità. Un rischio che si si ripropone anche oggi». La Ministra Bonetti aveva infatti già presentato lo Ius Culturae come proposta di legge, “ritardata” dal Governo perché definita non una priorità rispetto alla Manovra e alla Legge Elettorale che sono i veri punti di svolta di questi (e dei prossimi) mesi. Al netto di ciò, gli elettori più favorevoli alla riforma per il diritto di cittadinanza dopo un percorso di studi pre-stabilito sono quelli del Pd (93%) e Italia Viva (82%), seguita a sorpresa da Forza Italia (con l’81%). M5s al 71%, Lega al 46% e Fratelli d’Italia al 36% seguono nei sondaggi politici stilati da Demos.



IPSOS (8 NOVEMBRE): PLASTIC TAX E RAZZISMO

L’elettorato è con Salvini e il Centrodestra, anche se su due temi in particolare – che si aggiungono alle considerazioni sulla Commissione Segre – i sondaggi rilevano uno scollamento tra gli intervistati a la linea della Lega. Nei sondaggi realizzati da Ipsos veniva chiesto agli elettori cosa ne pensassero sul tema della Plastic Tax inserita in Manovra e poi sulla presunta emergenza razzismo in Italia (Balotelli ma non solo, ndr). Ebbene, sul primo punto il 62% degli intervistati ritiene giusto prevedere una tassa per chi inquina di più e dunque legittima la presenza della “micro-tassa” nell’impianto della Manovra presentato dal Governo Pd-M5s in Parlamento. Per il 24% invece resta la “linea” del Centrodestra, estremizzata ovviamente, «non è importante quanto si inquina: è più importante non mettere nuove tasse». Sul fronte razzismo invece, la sfida dell’elettorato è più aperta visto che il 49% lo ritiene un problema sempre più grave in questo ultimo periodo, mentre il 44% risponde che è un problema sopravvalutato da alcuni politici, in particolare di Centrosinistra e del M5s.



TECNÈ (8 NOVEMBRE): CENTRODESTRA OLTRE IL 50%

Proseguiamo il viaggio tra gli ultimi sondaggi politici concentrando la nostra attenzione sulle coalizioni, capitolo che fa sicuramente sorridere l’opposizione. Il Centrodestra infatti supera quota 50% e, in caso di elezioni anticipate, tornerebbe a guidare il Paese: secondo le rilevazioni di Tecnè, l’asse formato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia tocca quota 51,7%. Coalizione trainata dal Carroccio di Matteo Salvini, stabilmente primo partito. Conferme, dunque, dopo i dati della supermedia YouTrend per Agi, che quotava il Cdx al 50,6%. Brutte notizie per la maggioranza di Governo, con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che perdono l’1,7%: insieme arrivano a quota 35,6%. Quota 40% abbattuta solo con il contributo di Italia Viva di Matteo Renzi, in crescita al 4,5%. Non è necessariamente una buona notizia per il Conte-bis, considerando che i renziani sono tutt’altro che soddisfatti dal lavoro giallorosso… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SONDAGGI POLITICI: LEGA AL 34,5%, M5S IN CALO DOPO CASO ILVA

L’Ilva e la Manovra preoccupando e non poco il Governo, ma anche gli ultimi sondaggi politici non “scherzano”: Pd e M5s continuano a perdere terreno a vantaggio della Lega di Salvini e del Centrodestra. Secondo le intenzioni di voto di Tecnè dell’8 novembre scorso, il Carroccio vola al 34,5%, guadagnano un 1,3% secco in soli 10 giorni. Il Pd scende dal 19,3% del 25 novembre scorso all’attuale 18,8%, mentre il Movimento 5 Stelle becca addirittura l’1,2% di crollo (oggi al 16,8%) dopo lo scoppio del caso ex Ilva e le difficoltà interne negli accorsi sulla Manovra di Bilancio. Il “boom” non resta solo alla Lega ma anche al principale alleato nella coalizione di Centrodestra, Giorgia Meloni con FdI salito fino al 9,1% su base nazionale. Tiene ancora Forza Italia al’8,1%, nonostante il caso Carfagna mentre Renzi con Italia Viva resta l’unico partito di Governo a guadagnare, seppur poco con il 4,5% attuale. Scende +Europa fino all’1,8%, poi la Sinistra all’1,7% e i Verdi all’1,4%.

SONDAGGI IPSOS (10 NOVEMBRE): I CATTOLICI E LA POLITICA

Osservando più da vicino gli ultimi sondaggi Ipsos invece si cambiare decisamente “registro” e si abbandonano solo per un attimo intenzioni di voto e flussi elettorali: il tema dei cattolici in rapporto alla politica, dopo l’appello dell’ex n.1 Cei – il Card. Camillo Ruini – ad aprire al dialogo anche con la Lega di Salvini, è cresciuto decisamente quantomeno nel dibattito pubblico. Ebbene, Pagnoncelli per il Corriere della Sera ha registrato l’andamento di questo ultimo periodo e non offre un prospetto “esaltante” per l’impegno dei cattolici in politica, sceso a solo il 9% della popolazione. Al netto di ciò, la Lega di Salvini si conferma il partito più votato dall’elettorato cattolico: sia tra i praticanti assidui – si tratta del 32,7% in questo caso – sia tra coloro che hanno una frequenza alla messa “saltuaria” – 38,4 per cento – oppure occasionale (35,4 per cento). Il Pd viene scelto dal 20% dei credenti mentre è crollo della fiducia, anche tra i cattolici, verso il M5s sceso al 14,3% di fiducia. Sommando poi i voti tra i credenti nelle due coalizioni principali, i sondaggi Ipsos di Pagnoncelli certificano un Centrodestra al 48,2% tra i praticanti, 55,9% tra i “saltuari”.