Tra gli ultimi sondaggi politici elaborati dai vari istituti c’è quello di SWG per il TgLa7 di Enrico Mentana. Dai dati emersi risulta essere sempre la Lega di Matteo Salvini il primo partito italiano: il Carroccio dopo un periodo di flessione seguito all’apertura della crisi di governo recupera lo 0,6% e si attesta al 34% dei consensi. In seconda posizione c’è il Pd al 21,5% ma in calo dello 0,6% rispetto ad una settimana fa, così come il MoVimento 5 Stelle sembra pagare a caro prezzo l’andata al governo coi dem (20,5%, meno 0,5% in una settimana). E gli altri partiti? Forza Italia di Silvio Berlusconi, dopo essere sprofondata al 5,2%, lancia timidi segnali di risveglio portandosi al 5,9% (+0,7%). Chi ne risente è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, in calo dello 0,2% al 7%. (agg. di Dario D’Angelo)



QUANTO VALE IL PARTITO DI MATTEO RENZI

Sempre secondo il principale sondaggista di Quorum-YouTrend Lorenzo Pregliasco, intervenuto a Sky Tg24 per commentare la scissione di Renzi dal Pd, tra il 3 e il 3,5% «diciamo che è un realistico punto di partenza. Allargherei la forchetta tra il 3 e il 5%, ma molto dipende dal sistema elettorale…». È la novità del “giorno” nella politica italiana e da oggi i sondaggi politici dovranno cercare di aggiornarsi per consentire all’elettorato e alle segreterie di partito di avere le prime indicazioni sugli scenari elettorali con le Regionali che si avvicinano e le Politiche che potrebbero non essere così lontane (secondo il collega Luciano Ghelfi, «Dentro o fuori dal PD, Renzi continua a detenere la golden share sul Governo Conte-). Secondo Carlo Buttaroni (sondaggi Tecnè), raggiunto dal Corriere della Sera «Quando il Pd era all’opposizione e relegato in un angolo la forza attrattiva di Renzi era del 4%-7,5%». Il nodo da tenere in osservazione è il rapporto di forze tra l’ex Premier dem e l’attuale Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «I due potrebbero entrare direttamente in concorrenza — chiarisce sempre Buttaroni — e per questo Renzi e i suoi ministri devono augurarsi che il governo Conte faccia bene ma non benissimo. Altrimenti il dividendo se lo prendono altri».



DEMOS (14 SETTEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO

Nei sondaggi politici prodotti da Demos per Repubblica, quando ancora il Pd era valutato solo tre giorni fa come forza “integrale” e non scissa dalla componente renziana, i dati comunque non erano esaltanti per Zingaretti pur dopo la nascita del Conte-bis. La Lega tiene ancora al 32,5% mentre i dem dopo l’alleanza di Governo con LeU e M5s non vanno oltre il 22,3%, l’esatta proiezione di luglio scorso: il che significa che i voti persi da Salvini durante la crisi di Governo non sono stati presi dal Pd, bensì in parte dal Movimento 5 Stelle che dal 17,6% balza al 20,8% su base nazionale. Bene ancora Fratelli d’Italia a, 7,4%, mentre Forza Italia cala ancora al 6,5%; per LeU la salita al 3,1% è frutto dell’ingresso nel Governo, mentre in fondo alla “classifica” di questi sondaggi troviamo +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova al 2,5%. Secondo però quanto raccolto oggi dal presidente dei sondaggi Ixè, Roberto Weber, il nuovo partito di Renzi qualcosa ancora potrebbe scombinare nelle intenzioni di voto non tanto come immediato “boom personale”, quanto per una perdita di terreno del Pd che già è di poco davanti ai grillini «piuttosto alta la soglia del 5% per Renzi, anche se il suo è un calcolo politico che punta a un’area moderata, che corteggia l’elettore attratto dalla politica del fare e non si trova con un governo troppo sbilanciato a sinistra».



GHISLERI E PREGLIASCO (17 SETTEMBRE): IL PARTITO DI RENZI

Matteo Renzi ha ufficializzato quello che tanti, ormai tutti, pronosticavano sull’orizzonte del Pd e del Governo Conte-bis: la scissione dal Partito Democratico potrà avere effetti importanti sia sul consenso personale sia sugli stessi sondaggi politici non appena sarà ufficializzato anche il nome e i componenti del nuovo partito che l’ex Premier ha intenzione di lanciare alla prossima Leopolda (19 ottobre). «Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso», ha scritto stamattina sui social l’ex Segretario dem nell’annunciare la scissione; ebbene, appaiono già le prime previsioni/sondaggi sul prossimo partito “centrista” che ha in mente di lanciare Renzi nelle prossime settimane. Sul Corriere della Sera Alessandra Ghisleri di Euromedia Research sottolinea, citando un sondaggio di marzo scorso sull’eventualità di un movimento renziano «Allora misurammo il bacino di utenza degli elettori potenzialmente interessati al progetto e lo fissammo tra il 6% e l’8%, specificando anche che non tutti gli interessati avrebbero poi votato un eventuale “partito di Renzi”».

SONDAGGI DEMOS (14 SETTEMBRE): FIDUCIA LEADER, RENZI NON DECOLLA

Per Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, i sondaggi politici dietro alla nuova creatura di Renzi sono al momento assai complessi da calcolare: «parte da un dato grezzo estrapolato per Sky in piena crisi di governo, ai primi di settembre: “In quei giorni la fiducia in Renzi era del 15-20% . Un dato molto basso (il presidente Conte era oltre il 50%, ndr) che realisticamente accredita un partito che si richiama a Renzi intorno al 3%-3,5%”». Facendo una stima anche di altri sondaggisti, la forbice possibile ad oggi gravita tra un minimo del 3% ad un massimo dell’8%, per ora troppo poco per poter competere con Salvini, Zingaretti e Di Maio. Se poi osserviamo gli ultimi sondaggi Demos per Repubblica dello scorso 14 settembre in merito alla fiducia dei leader, scopriamo come il “viaggio” immaginato da Renzi sarà forse anche più duro del previsto: il premier Conte cala dal 64% al 55% rispetto al luglio scorso, al secondo posto troviamo Gentiloni al 47%, seguono poi Salvini al 46%, Meloni al 44% e Zingaretti al 41%. Franceschini da Ministro guadagna il 41% mentre Emma Bonino sale fino al 37%; meglio ancora di Renzi troviamo nel sondaggio Luigi Di Maio (35%), Carlo Calenda (32%), Giovanni Toti (31%), Alessandro Di Battista (30%), Roberto Speranza (27%) e addirittura Silvio Berlusconi al 26%. Solo a quel punto arriva l’ex Premier Renzi con un 25% di consenso, appena davanti all’ultimo in classifica Beppe Grillo fermo al 23%. Anche qui, troppo poco per poter ad oggi competere con gli altri leader della politica.