Un elettore su due oggi voterebbe per il centrodestra, mentre resta molto alto il partito più longevo e amato d’Italia, ovvero quello degli astenuti (41%): sono questi i due dati principali che emergono dall’ultimo sondaggio politico effettuato ieri da EMG Acqua per il programma “Agorà” su Rai 3 da cui emerge come Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo di Giovanni Toti raccoglierebbero assieme il 50,4% dei consensi, per merito però soprattutto di Giorgia Meloni che continua la sua inarrestabile ascesa e col 10,1% tocca un personale record, laddove gli altri partiti della possibile coalizione perdono tutti qualcosa. Staccato di qualche punto, anche se non tantissimi, il centrosinistra dove Pd e Movimento 5 Stelle arretrano ancora di qualche valore percentuale e con Italia Viva di Renzi che paga lo scotto dello scandalo legato alla Fondazione Open. Il Pd resta il secondo partito italiano dopo la Lega col 19,5% dei consensi mentre i pentastellati scendono al 16,3% e restano stretti nella morsa tra Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni. Forza Italia e Italia Viva, rispettivamente al 6,9% e 5,3% sembrano invece rassegnarsi a sognare per ora la doppia cifra e nemmeno le continue voci di travasi di parlamentati dal partito di Berlusconi a quello di Renzi sembrano smuovere una situazione che, fatta appunto eccezione per Fratelli d’Italia, pare essersi oramai cristallizzata da qualche settimana a questa parte. (agg. di R. G. Flore)
BOOM PER FRATELLI D’ITALIA, CROLLANO PREFERENZE PER RENZI
Le polemiche non fanno bene ai partiti protagonisti della politica italiana, ma secondo i sondaggi fa eccezione Fratelli d’Italia. Nella Supermedia dei sondaggi politici di questa settimana il partito di Giorgia Meloni continua a crescere (+ 0,7 in due settimane), superando per la prima volta la soglia del 10 per cento. Tutti gli altri partiti perdono terreno: la Lega del 0,5 per cento, ma mantiene la prima posizione. L’unico partito che guadagna terreno oltre a Fratelli d’Italia è la sinistra, che sale invece al 2,5 per cento. Ma questa settimana debutta nella Supermedia il partito lanciato da Carlo Calenda, Azione. Ad oggi gli viene assegnato un prudente 1,5 per cento. Per Matteo Renzi invece è un momento difficile: secondo l’istituto Ipsos il gradimento è ulteriormente calato nelle ultime settimane, scendendo dal 18 al 10 per cento nel giro di un mese, cioè da fine ottobre a fine novembre. In merito all’eventualità che l’inchiesta sulla fondazione Open segni la fine della carriera politica dell’ex premier, la pensa così la metà degli intervistati, mentre il 33 per cento ritiene che il senatore toscano abbia ancora qualcosa da dire. (agg. di Silvana Palazzo)
DEMOPOLIS (4 DICEMBRE): 66% NON SA COSA SIA IL MES
Al netto delle intenzioni di voto che confermano in toto la crescita sostanziale in questa settimana solo di Fratelli d’Italia, altri sondaggi politici danno una possibile “spiegazione” in merito al calo generale di tutti gli altri movimenti: guardando i dati Demopolis per Otto e Mezzo, nella settimana dove lo scontro Lega-Pd-M5s è andato in scena sul caso Mes, l’elettorato non sembra aver colto molto di tutta la complessa vicenda. A domanda secca, “lei ha compreso in cosa consista il fondo Salva-Stati al centro dello scontro politico?” il 66% degli intervistati ha ammesso di non capirci nulla; il 25% spiega di conoscere solo genericamente la questione mentre solo il 9% si dice esperto in materia. Nel frattempo, un secondo dato offerto da un altro sondaggio – quello Emg esposto ieri ad Agorà – mostra gli approfondimenti in merito agli attuali veri antagonisti della Lega di Matteo Salvini: il 15 dicembre ci sarà la prima assemblea nazionale del movimento delle Sardine a Roma, con il 28% degli intervistati che ritiene debbano continuare con i flash mob di piazza anti-Carroccio, mentre il 25% consiglia ai ragazzi di Bologna di dichiarare l’appoggio ad uno schieramento politico (Pd, M5s, altri di Centrosinistra…). Infine, il 15% – che poi è anche il loro potenziale consenso attuale in termini elettorali – consiglia alle Sardine di fondare un partito e gettarsi nel mare magnum della politica per combattere le tesi di Salvini
INDEX (5 DICEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO
I sondaggi politici di fine settimana arrivano puntualmente dalle intenzioni di voto Index Research presentate ieri sera a Piazza Pulita, e non sono positivi praticamente per tutti i principali partiti del Paese: l’unica a crescere, stabilmente ormai, è Giorgia Meloni con il suo Fratelli d’Italia che schizza ancora verso l’alto ora raggiungendo il 9,8% (anche se per altri sondaggi dei giorni scorsi si arriva fino addirittura all’11%). Non i partiti di Governo, non la Lega e neanche i nuovi piccoli partiti, è la leader sovranista l’unica a crescere con lo 0,5% guadagnato in una sola settimana dopo gli stessi sondaggi politici di una settimana fa. Entrando nelle pieghe dei numeri, scopriamo che la Lega cala di pochissimo al 32,7% (-0,1%), lo stesso in pratica fa il Pd nonostante il caos su Manovra, Prescrizione e Mes (19,1%, -0,2%). Chi invece paga questi temi e tanti altri ancora è il Movimento 5Stelle che cala fino al 16,2% perdendo addirittura lo 0,7% in soli 7 giorni; mentre in piazza continua ad aver successo il Movimento delle Sardine (il prossimo 14 dicembre si troveranno a Roma per una prima riunione decisa per capire cosa fare/se entrare in politica ufficialmente) la sinistra non è in grado al momento di intercettare quei voti e dunque il Centrodestra, seppur vedendo calare Salvini, non accenna a diminuire in forza e consenso complessivo.
SONDAGGI INDEX (5 DICEMBRE): AZIONE “OSCURA” RENZI
La restante parte dei sondaggi politici vede poi Forza Italia, ormai stabilmente “terza gamba” della coalizione Cdx, fermo al 6,6%, perdendo un secco 8% dalle ultime elezioni politiche (14% il 4 marzo 2018). Chi invece vede calare il già poco consenso che aveva guadagnato è Matteo Renzi con Italia Viva che perde lo o,2% e scende in 7 giorni al 4,9%: cosa è cambiato? L’inchiesta su Open sicuramente, le liti nel Governo in aggiunta, ma soprattutto la nascita del nuovo partito centrista di “Azione”, con due ex dem come Renzi al comando (Carlo Calenda e Matteo Richetti, entrambi ex renziani tra l’altro) e con un elettorato molto “simile” come obiettivo. Azione parte basso con l’1,6% nei primi sondaggi politici, ma basta per erodere un po’ di quel consenso e bacino di voti che Italia Viva si era conquistato in questi primi mesi. Chiudono le intenzioni di voto i Verdi all’1,8%, +Europa all’1,6%, Cambiamo di Toti all’1% e il bacino di indecisi/astensione che resta altissimo al 38,4% su scala nazionale.