Con una lunga intervista esclusiva al Sussidiario.net, abbiamo sentito il direttore generale e partner di EMG Acqua (Marketing & Opinion Research) Fabrizio Masia per provare a fare un “sondaggio” dei sondaggi politici tra 2019 e 2020 che si sta per aprire. Ebbene, tra i tanti spunti offertici due in particolare potranno avere effetti anche nelle prossime settimane a venire: da un lato il Centrodestra che, nonostante un lieve calo della Lega, può tranquillamente arrivare a superare il 50% in potenziali Elezioni anticipate «questo governo non ha consensi strabilianti, perché appoggiato da una minoranza, nelle intenzioni di voto arriviamo al 45-46% al massimo» mentre «col Centrodestra siamo al 50%, soprattutto al Nord». Di contro, Pd e M5s calano nei sondaggi senza però crollare il che rende il 2020 tutt’altro che prevedibile, almeno nei numeri: spiega ancora Masia «La percezione del governo nei sondaggi è diversa se prendiamo Piemonte, Lombardia e Veneto. Dove insomma c’è un voto di centrodestra a trazione leghista si riverbera un giudizio sul governo che è piuttosto negativo. Al contrario, nel Centro Italia si conserva una certa forza del Pd e lo stesso avviene anche nel Sud. Una parte importante dei 5 Stelle si addensa al Sud, e poi Conte è espressione del Sud».



SONDAGGI WINPOLL (DICEMBRE): REGIONALI CAMPANIA, 40% SCEGLIE CARFAGNA

Non solo Emilia-Romagna: il 2020 sarà anche l’anno delle elezioni regionali in Campania, un voto che potrebbe avere una valenza importante anche a livello nazionale. Ecco perché i sondaggi politici, a distanza di pochi mesi da questa tornata elettorale, stanno vagliando il sentiment del popolo campano su alcune questioni rilevanti. In particolare l’ultima rilevazione dell’istituto Winpoll per Arcadia ha sondato il pensiero dei campani sul candidato governato del centro-destra. Forza Italia, cui da accordi spetta l’indicazione del candidato della coalizione, sembra aver puntato tutto su Stefano Caldoro. Eppure sembra esserci qualcuno in grado di scaldare i cuori più dell’ex presidente di Regione. Alla domanda: “Se fosse un esponente politico nazionale, chi vedrebbe meglio come candidato del centrodestra alla guida della sua regione?”, il 40% ha indicato infatti la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna. La fondatrice dell’associazione “Voce Libera” supera Caldoro, al 27%, e Clemente Mastella, preferito dal 21%. Segue Severino Nappi al 7%, davanti a Paolo Russo al 4% e Cosimo Similia all’1%. (agg. di Dario D’Angelo)



SONDAGGI POLITICI, FIDUCIA NEI LEADER

Se Lega e Fratelli d’Italia sono stati i veri punti in crescita nei trend dei sondaggi politici di quasi tutto il 2019, non si possono che confermare gli stessi rispettivi leader nelle classifiche di fine anno per la fiducia nel principali protagonisti dei partiti: anche qui però, esattamente come per le intenzioni di voto, Salvini resta al top pur avendo perso molto in termini di consenso negli ultimi mesi. Sull’indice di popolarità dei sondaggi politici di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera, il leader del Carroccio passa da picchi sul 60% in Primavera all’attuale 36%, un crollo netto dopo l’esilio all’opposizione e con la crescita eclatante della sua principale alleata, Giorgia Meloni di FdI che chiude l’anno a pari merito con la fiducia poco sotto il 40%. «La leader di Fratelli d’Italia compete ex aequo con Matteo Salvini, ora è al 36 per cento. È l’ unico leader che dà segnali di crescita, consolidandosi nella sua area», spiega Pagnoncelli oggi in edicola, sottolineando allo stesso tempo il calo in testa per l’altro leader principale del 2019, ovvero il Premier Conte oggi sceso fino al 47%. Zingaretti al 25% e Di Maio al 21% rappresentano invece perfettamente la crisi dei due principali partiti di Governo (Pd e M5s), anche se i “peggiori dell’anno” secondo il sondaggi Ipos non sono certo loro, bensì Matteo Renzi e Silvio Berlusconi «L’uno che non riesce più ad avere un ruolo centrale e che vede la propria formazione progressivamente dividersi su ipotesi politiche non convergenti, l’altro che non è riuscito, nonostante la scissione e la ripresa di presenza mediatica, a risalire la china del dopo referendum e, anzi, segnala ulteriori piccole contrazioni dovute alla vicenda Open».



SONDAGGI YOUTREND (31 DICEMBRE): LA SPERMEDIA DEL 2019

La supermedia delle supermedie dei sondaggi politici è stata presentata per questo ultimo giorno dell’anno da YouTrend-Quorum per Agi e ci racconta, con i numeri, un 2019 dove la politica è stata ancora più “schizofrenica” di quanto già non fosse stato lo sclerotizzato 2018: una Lega passata dl Governo all’opposizione volendo raggiungere i “pieni poteri”, un Pd che rimane incollato sopra il 20% nonostante la scissione di Renzi, un M5s che perde il 10% in 12 mesi e un Fratelli d’Italia che invece resta l’unico partito in netta crescita dopo alle soglie del nuovo anno ormai imminente. La supermedia prodotta dai sondaggi YouTrend tra la prima del 2019 (10 gennaio) e l’ultima dell’anno (19 dicembre) mostra sì indicazioni interessanti, se però si tengono anche presente gli andamenti specifici dei singoli partiti (che vedremo in giornata con specifici approfondimenti, ndr): infatti la Lega passa dal 31,7% di inizio gennaio 2019 all’attuale 31,2% di fine anno, ma in mezzo è successo quasi di tutto. Più “statico” il Pd che guadagna solo lo 0,6% ma che contiene decisamente le perdite dalla scissione renziana di Italia Viva (4,8%); chi invece cola a picco è il Movimento 5 Stelle, passando dal 26% di gennaio scorso all’attuale 16,3%, con la fine del Governo Conte-1 e l’asse nuovo con Zingaretti che in entrambi i casi ha contributo alla crisi interna oggi evidente nelle stesse dimensioni parlamentari.

SONDAGGI YOUTREND (31 DICEMBRE): UN ANNO DI.. LEGA

Benissimo Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia che passa in un solo anno dal 4% al 10,6% attuale, rosicchiando voti a Salvini dopo la nascita del Conte-bis: i sondaggi politici prodotti da YouTrend in questa speciale supermedia danno poi conto anche dell’andamento di Forza Italia, in calo del 2,1% rispetto a 12 mesi fa, ma anche della Sinistra che nonostante l’ascesa al Governo non modifica il proprio basso consenso, anzi perde dal 2,5% fino all’attuale 2,1% su scala nazionale. Come dicevamo, l’elemento da tenere in considerazione per capire dove è andata (e dove andrà) la politica è anche il singolo “trend” dei partiti principali: iniziamo dalla Lega, dove un’autentica “altalena” ha contraddistinto l’anno elettorale e di sondaggi. Le vittorie in tutte le competizioni Regionali tenutesi nel 2019 hanno contribuito a far diventare la Lega il primo partito d’Italia, anche se con un andamento piuttosto “sclerotizzato”. 31,7% ad inizio 2019, 34,3% come risultato ottenuto alle Europee e picco massimo per Salvini raggiunto l’11 luglio con il 37,7%, appena prima di tentare la mossa della crisi di Governo per andare col Centrodestra a Palazzo Chigi. Poi il passaggio di mano dal Conte-1 al Conte-2 e l’inevitabile perdita di consensi per la Lega, che torna infatti a scendere sotto il 33%; fine anno con l’altalena, risalendo di nuovo attorno al 34% salvo poi riscendere in dicembre attorno al 32% anche per la crescita netta di Giorgia Meloni e l’esplodere delle “Sardine” anti-Salvini in molte piazze d’Italia.