Nelle ultime rilevazioni effettuate dai sondaggi politici Winpoll sul Sole 24 ore di domenica 17 novembre, lo scontro principe delle prossime settimane di passione politica in Italia vede un dato piuttosto netto: alle Elezioni Regionali in Emilia Romagna il Governatore e candidato di Pd-Centrosinistra – in attesa di capire cosa voglia fare il M5s come scelta – è dato oltre il 50% mentre la sfidante del Centrodestra Lucia Borgonzoni resta al 42% pur essendo appoggiato da Lega, FI e Fratelli d’Italia. Un doppio scenario si apre però davanti, come rileva il sondaggio: se M5S corresse con un suo candidato prenderebbe il 6,2%, Bonaccini con il centrosinistra il 50,7% e Borgonzoni con il centrodestra il 42,1%. Diversamente, se Di Maio alla fine scegliesse per un secondo patto civico Bonaccini salirebbe al 56,2% mentre Borgonzoni rimarrebbe al 42,9%. «I nostri avversari pensano di usare questa Regione solo per una battaglia nazionale, per mandare a casa Conte. Il 27 Salvini tornerà a occuparsi d’altro e a guidare la Regione ci saremo io o Lucia Borgonzoni. Si vota per l’Emilia Romagna, non per altro» ha detto ieri Bonaccini alla manifestazione del Pd “Tutta un’altra storia”, facendo ben intendere la sua visione. L’attenzione per il Governo però deve essere proiettata anche sull’analisi delle singole liste: qui la Lega si impone come prima forza della Regione (33% appena davanti al Pd, ndr) e la coalizione ne risente in positivo con il 47,6% in grado di battere il centrosinistra al 44,8%. A spiegare la “differenza” dei due risultati ci pensa il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo raggiunto dall’Huffington Post: «Appena ci si allontana dalle città più grandi, con una visione più “aperta” verso i cambiamenti, il sentimento degli elettori cambia anche notevolmente, assieme al voto espresso. A Bologna è assai prevalente un orientamento progressista, multiculturale, europeista e quindi molto affine al Pd. Ma basta spostarsi nei comuni più piccoli e prevale un sentimento di “difesa”. È in questi contesti che la Lega fa breccia».
YOUTREND (14 NOVEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO
Una settimana molto intensa e dalle mille difficoltà con la politica italiana si è vista “trascinare” dagli eventi di maltempo (a Venezia ma non solo) e sulla crisi dell’ex Ilva: i sondaggi politici ne hanno risentito, soprattutto nel secondo caso, con il Governo Conte-2 che paga ancora la forte disaffezione della maggioranza degli italiani intervistati dai maggiori istituti demoscopici d’Italia. La Supermedia dei sondaggi fatta da YouTrend proprio con i risultati dei consensi nella scorsa settimana premia una volta di più la Lega di Matteo Salvini ad un altissimo 33,5% di media, seguita a netta distanza dal Pd di Zingaretti che resiste al 19,9% in sofferenza dopo le crisi Ilva e le prime schermaglie elettorali contro il Carroccio verso le Regionali in Emilia Romagna. Male ancora il Movimento 5 Stelle che non riesce ad uscire dal cono di crisi: -1,5% in una sola settimana, a fronte del +0,7% per la Lega e dello stallo sostanziale dei dem. Fratelli d’Italia guadagna ancora fino al 9,5%, un netto +0,6% rispetto alla scorsa supermedia YouTrend-Qurum per Agi, mentre Forza Italia cala leggermente dopo il “caso” Carfagna, con l’attuale 6,7% che fa restare Berlusconi il terzo partito interno alla coalizione.
SONDAGGI YOUTREND (14 NOVEMBRE): CENTRODESTRA AL 50,6%
A completamento delle intenzioni di voto “mediate” nei sondaggi politici YouTrend troviamo Italia Viva di Matteo Renzi che galleggia ancora sul 5,2%, guadagnando comunque un buon 0,4% in soli 7 giorni: complici gli attriti su Ilva e Manovra, l’elettorato che boccia il Governo giallorosso tiene i renziani ancora come elemento di “diversità” dalla maggioranza del Conte-2. Chiudono i sondaggi La Sinistra con il 2,1%, i Verdi con l’1,8% e +Europa all’1,6% in crisi nerissima ancora questa settimana; sul fronte coalizioni il trend si conferma tale quale, con il Centrodestra che fa un balzo prodigioso al 50,6% (era al 46,3% dopo la nascita del Governo Conte-2), superando nettamente Pd-M5s-Iv-LeU, ovvero l’attuale maggioranza (42,6% complessivo). Salvini e Meloni spingono per arrivare in Emilia Romagna alla “spallata” necessaria contro il Conte-2: di contro, Zingaretti – arrivando anche a “snobbare” il M5s, considerandolo non decisivo nella partita per le Regionali – prova a ricucire il mondo della sinistra contro il “pericolo” sovranista.