Nei consueti sondaggi politici di fine anno stilati, questa volta stilati da Ipsos per il Corriere della Sera, si confermano due elementi molto importanti per la possibile e imminente “crisi di Governo” che da più retroscena ormai si dà per certa per lo strappo Renzi-Conte sul Recovery Plan: ad oggi, se ci fossero elezioni anticipate il Centrodestra trionferebbe, mentre se Pd e M5s si riunissero potrebbero “limitare” i danni tanto alla Camera quanto al Senato.
Il progetto di un Conte “federatore” del Centrosinistra (“made” by Bettini-Franceschini-Di Maio) potrebbe portare uno scontro alle urne tra il Centrodestra a guida Salvini-Meloni e il “nuovo” fronte giallorosso, anche se su questo andrebbe ovviamente vinta la forte resistenza di parte del Pd più “centrista” che non vede di buon occhio un’alleanza duratura con i 5Stelle. I sondaggi presi in considerazione da Ipsos per stilare le possibili situazioni elettorali alla Camera e al Senato provengono dalle intenzioni di voto dello scorso 17 dicembre: la Lega resta primo partito tanto alla Camera quanto al Senato (23,5% e 23,8%) con il Pd che insegue tra il 20,2% e il 20.4%: al terzo posto la contesa è tra Fratelli d’Italia (16% Camera, 16,4% Senato) e M5s (16% e 15,9%), mentre Forza Italia si risolleva con il 9,3% di un nuovamente “centrale” Silvio Berlusconi. Chiudono i sondaggi Ipsos Italia Viva al 3%, come Azione di Calenda, LeU tra 2,8% e 3%, +Europa 1,9% ed Europa Verde 1,8%.
SONDAGGI AL SENATO E ALLA CAMERA
Il calcolo dei sondaggi politici Ipsos sui due scenari possibili – qualora si andasse alle urne nei primi 6 mesi del nuovo anno (da luglio scatta il semestre bianco senza elezioni in vista del cambio di guardia al Quirinale nel gennaio 2022) – viene posto a seconda degli accordi o meno tra Zingaretti e Di Maio: nel primo scenario, ovvero con Centrosinistra e M5s separati alle urne, il Centrodestra prenderebbe 222 seggi alla Camera contro i 123 del Csx e i 51 del Movimento 5Stelle (ricordiamo che al voto si andrà con la riforma del taglio dei Parlamentari, 400 alla Camera e 200 al Senato, ndr). Di questi 222, il Cdx porterebbe in dote 106 deputati alla Lega, 73 a FdI, 41 a Forza Italia, 2 altri Cdx; di contro, nei 123 del Centrosinistra si trovano 84 Pd, 12 Azione, 11 Italia Viva, 11 Si-LeU, 5 altri (con 3 seggi a Svp). Con M5s e Pd insieme invece, le quote varrebbero in meglio per i giallorossi ma resterebbero comunque sconfitti dal Cdx: 212 per Lega-FdI-FI, 168 per Pd-M5s.
Al Senato invece lo scenario 1 vede al momento 115 senatori al Centrodestra (55 Lega, 37 FdI, 21 FI, altri 2) e 58 al Centrosinistra (Pd 53, Azione 1, Renzi 1, LeU 1, altri 2) mentre 23 senatori sarebbero grillini; di contro, nel secondo scenario dei sondaggi Ipsos il Centrosinistra avrebbe 109 senatori e 87 i “giallorossi”. Secondo l’analisi di Nando Pagnoncelli a conclusione dei sondaggi, i giochi comunque non sono chiusi del tutto: «innanzitutto nei collegi uninominali i rapporti di forza tra le coalizioni presentano ampi margini di incertezza, basti pensare che nel primo scenario i collegi contendibili (nei quali la distanza tra le prime due posizioni è inferiore al 5%) sono 55 su 147 e nel secondo 33. In secondo luogo, la simulazione tiene conto degli orientamenti di voto più recenti, quindi con l’incognita dell’offerta politica e delle possibili alleanze, e in assenza di una campagna elettorale che può risultare decisiva nello spostare consensi».