Continuiamo il nostro viaggio tra i sondaggi politici grazie ai dati raccolti da Swg Politic App, concentrando la nostra attenzione su uno degli slogan più in voga – tra pro e contro – parliamo del “prima gli italiani” di Matteo Salvini: il 60% degli intervistati ritiene giusto che gli italiani abbiano la priorità rispetto ai cittadini immigrati per le case popolari. Come evidenziano i colleghi di Libero, il 59% degli italiani ritiene inoltre che gli italiani debbano avere la priorità per quanto riguarda le liste di disoccupazione. Dati leggermente diversi per quanto riguarda le liste per gli asili nido pubblici (52%) e per gli sgravi delle mense scolastiche (48%). E cosa servirebbe per cambiare le cose in Italia? Il sondaggio SWG ci dice che per il 53% occorrerebbe percorrere la strada delle riforme, mentre per il 37% sarebbe necessaria una rivoluzione. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SONDAGGI POLITICI, ROMA: MELONI FUTURO SINDACO?

Secondo i sondaggi politici eseguiti da Piepoli per l’edizione capitolina de “Il Corriere della Sera”, Giorgia Meloni avrebbe ottime possibilità di raccogliere l’eredità di Virginia Raggi nel ruolo di sindaco di Roma. Secondo la rilevazione, che ha interessato più di mille cittadini, la leader di Fratelli d’Italia raccoglierebbe il 24,3% dei voti, distanziando di alcuni punti percentuali tutti i suoi potenziali avversari. Sebbene le elezioni siano ancora lontane (18 mesi circa), Piepoli ha rivelato anche che l’attuale primo cittadino, Virginia Raggi, gode di ampia popolarità tra i romani (97,1%, più ancora della stessa Meloni), ma questo è, di fatto, l’unico parametro esaminato che la vede in testa rispetto ai suoi concorrenti. Scarsa, infatti, la fiducia nei suoi confronti: il 71,2% dei cittadini afferma di essere insoddisfatto della rappresentante del Movimento 5 Stelle, mentre il 75% ha bocciato senza esitazione il lavoro degli assessori. La rivelazione di Piepoli si conclude con un quesito: qual è stata l’amministrazione migliore e quella peggiore degli ultimi 20 anni? Vince Walter Veltroni con il 30,3% dei pareri positivi, mentre Alemanno si aggiudica lo scettro di peggior Giunta. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



CRISI GOVERNO: IL 51,5% VUOLE IL CDX

Guardando i sondaggi politici presentati da Index Research a Piazzapulita dello scorso 16 gennaio, un dato può avvicinare le riflessioni tra le Elezioni Regionali imminenti e le possibile conseguenze sul Governo nazionale: è stato infatti richiesto ad oggi quali possano essere i consensi attorno alle principali, possibili, coalizioni di Governo qualora si andasse al voto anticipato nei prossimi mesi. Ebbene, i dati per Pd e M5s sono tutt’altro che rassicuranti: il 38,8% voterebbe ad oggi l’alleanza attuale del Conte-2, ovvero M5s, Pd, Italia Viva e LeU. Un dato appena maggiore a quello che otterrebbe invece – sempre secondo i sondaggi Index del 16 gennaio – la coalizione di Centro-sinistra tra Partito Democratico, Renzi, Azione di Calenda, +Europa, Europa Verde  addirittura Forza Italia prenderebbe un 32,6% tra gli elettori intervistati. Da ultimo, un “patto sovranista” tra M5s-Lega-Fratelli d’Italia raccoglierebbe ad oggi un bassissimo 6,3%, mentre una netta maggioranza è pronta a sostenere un nuovo Governo di Centrodestra con Lega, Meloni e Forza Italia di nuovo insieme non solo per la guida di molte giunte Regionali ma anche a Palazzo Chigi.



VERSO REGIONALI EMILIA ROMAGNA: EFFETTO-AFFLUENZA

Con i dati vietati nel merito delle due Regioni chiamate al voto, non si può che ragionare sugli effetti nazionali che potrebbero intervenire per le Elezioni in Emilia Romagna e Calabria, a partire dai sondaggi politici di questi ultimi giorni. Una Lega e un FdI in crescita costante danno sempre più consapevolezza alla candidata Borgonzoni di poter sperare fino all’ultimo in un sorpasso allo sfidante Bonaccini, dato dai sondaggi pre-silenzio elettorale (ovvero prima dell’11 gennaio 2020) in leggero vantaggio sul fronte preferenze. Di contro, la speranza per il Governatore uscente è che i dati in arrivo sui singoli partiti non vengano poi confermati alle urne, altrimenti si avrebbe una Lega primo partito di Regione e un Centrosinistra inevitabilmente indebolito sia sul fronte locale e sia soprattutto a livello nazionale con il Governo Conte-2 che potrebbe risentirne ulteriormente nella già difficile coabitazione tra le diverse anime. Secondo fonti parlamentari del Pd – sentite da Affari Italiani – se il M5s dovesse fermarsi sotto il 10% in Calabria e in Emilia Romagna, comunque vada a finire per l’elezione dei due Governatori, «si dovrà riequilibrare la compagine dell’esecutivo con un dimagrimento dei pentastellati e un aumento del numero di ministri dem». Non solo, se poi il dato del M5s portasse via i voti “decisivi” per una sconfitta contro la candidata Borgonzoni in Emilia, allora la deflagrazione interna del Governo potrebbe non bastare per far perdurare la maggioranza fino a scadenza naturale della Legislatura. Importante sarà poi il dato sull’affluenza: più è alta, più l’effetto “Sardine” pro-Bonaccini potrebbe aver avuto impatto e più dunque la Lega potrebbe infine perdere la sfida in volata contro il Centrosinistra.

SWG (20 GENNAIO): LE INTENZIONI DI VOTO PRE-REGIONALI

La Lega e Fratelli d’Italia guadagnano in una sola settimana praticamente tutto il terreno che avevano in parte “perso” (soprattutto Salvini) nell’ultimo mese: gli ultimi sondaggi politici di Swg (dati del 20 gennaio, ndr) prima delle Elezioni Regionali in Emilia Romagna e Calabria consegnano una situazione tutt’altro che rosea per il Governo Conte-2. Tra frizioni interne, temi in agenda con estreme divisioni tra Pd-Iv-M5s e pure il caso Gregoretti che in questi giorni “spinge” a favore di Salvini, Zingaretti e Di Maio non si avvicinano al grande appuntamento elettorale delle due Regioni al massimo dei consensi. La Lega conduce la “truppa” dei partiti con il 33,2% delle preferenze, uno 0.3% in più rispetto a solo una settimana fa con il caso del processo per la nave Gregoretti (ieri la pazza giornata in cui è lo stesso Carroccio a votare per far procedere al Senato l’iter giudiziario, ndr) che ha evidentemente pesato sul fronte consenso pre-Elezioni. Segue un Partito Democratico praticamente con la metà dei voti, il 18,2% in calo dello 0,2% nell’ultima settimana. Al terzo posto, in recupero, il Movimento 5 Stelle: la crisi resta, i parlamentari sono sempre sul piede di guerra con Di Maio eppure dal 15,2% in 7 giorni passa al 15,6% e prova a compattarsi a fronte di un risultato delle Regionali che potrebbe sfavorire ancora una volta i pentastellati sempre molto fragili nei voti locali.

SONDAGGI SWG (20 GENNAIO): RENZI SOTTO IL 5%

Le intenzioni di voto prodotte dai sondaggi politici di Swg per La7 danno poi un’altra fotografia allo status attuale del Centrodestra: Fratelli d’Italia, che in una sola settimana cresce più di tutti (+0,5%) e sfiora ormai quell’11% mai raggiunto prima dal partito di Giorgia Meloni. Male invece Forza Italia, sempre “incastrata” tra le spinte centriste verso Renzi e lo scontro interno tra Berlusconi e Carfagna: 5,2% per gli azzurri con un preoccupante -0,6% in solo una settimana, complice la crescita parallela di Salvini e Meloni. I sondaggi poi indicano un altro calo importante, quello di Renzi che con Italia Viva registra un 4,5% e resta ancora una volta sotto il 5% e senza crescita netta pur a pochissimi mesi dalla sua fondazione. Arretrano, seppur di poco, anche le altre anime del Centrosinistra: da Leu (3%) ad Azione di Calenda, dal 2,9% al 2,6%; chiudono poi i sondaggi politici nazionali anche Cambiamo di Toti all’1,2 che contribuisce ad arrivare oltre il 50% per la coalizione del Centrodestra.