Il Governo ha riproposto all’attenzione le riforme istituzionali, puntando (accanto all’autonomia differenziata) al presidenzialismo, al semipresidenzialismo o al premierato, che vedrebbe il capo del Governo eletto direttamente dai cittadini come avviene per i sindaci dall’entrata in vigore della legge 81/1993.



Su queste proposte, come rivela Carlo Buttaroni, sondaggista e presidente di Tecnè, gli italiani hanno un orientamento abbastanza chiaro. Lo dicono i sondaggi: la metà degli interpellati è favorevole all’elezione diretta sia del presidente della Repubblica che del presidente del Consiglio. Il resto si divide fra contrari, con percentuali intorno al 30% o appena superiori, e incerti. Nei fatti gli interpellati vogliono eleggere direttamente la persona a cui spetterà poi fare scelte per il Paese. Un dettaglio non indifferente: faticano a distinguere tra presidente della Repubblica e capo del Governo.



Come la pensano gli italiani sul presidenzialismo e sul premierato?

È una domanda che facciamo spesso nei nostri sondaggi. Almeno una volta l’anno chiediamo dell’elezione diretta del presidente della Repubblica. In qualche circostanza nel passato, e recentemente perché è tornata d’attualità, abbiamo fatto anche la domanda sull’elezione diretta del presidente del Consiglio. Bisogna considerare che tra le due cariche soltanto i più esperti riescono a distinguere.

Possibile?

È così. Pochissimi riescono a distinguere la differenza tra l’una e l’altra cosa.

Ma allora che cosa vogliono esattamente?



Quello che è ben chiaro è che gli italiani sono per l’elezione diretta e quindi per esprimere la propria sovranità nei confronti di quello che poi deve essere il responsabile delle politiche del Paese. In pratica, l’immagine del sindaco viene proiettata a livello nazionale.

I numeri, le percentuali, quali sono?

Per quanto riguarda l’elezione diretta del presidente della Repubblica siamo a più del 50%, poco sotto quella del premier ma soltanto perché sono molti di più gli incerti. Più del 20% non sa cos’è l’elezione diretta del presidente del Consiglio, non la distingue.

Quali sono gli altri valori per quanto riguarda l’elezione del presidente della Repubblica?

I “non so” stanno intorno al 12%. I restanti sono contrari.

E per l’elezione del presidente del Consiglio?

I favorevoli sono intorno al 49-50%, con un 20% di incerti.

Qual è la priorità per gli elettori?

Fatto 100 quelli che rispondono, che si esprimono con un sì o un no, dunque esclusi gli incerti, la preferenza per l’elezione diretta del premier è più alta rispetto a quella del presidente della Repubblica. Essendo il capo del Governo responsabile della messa a terra delle scelte politiche, l’elezione diretta è preferita dalle persone più informate, che così ritengono di aumentare la stabilità del sistema. Il sindaco piace perché c’è un rapporto diretto tra l’elezione e il decisore, fra chi ha la sovranità, quindi gli elettori, e il decisore. È una tendenza evidentissima.

L’ultimo sondaggio che avete fatto di questo tipo a quando risale?

La settimana scorsa. Lo abbiamo fatto perché era recente il dibattito. Le idee del presidenzialismo e del premierato stavano già circolando. Il sondaggio è stato realizzato su un campione di mille persone.

Ma questo modo di pensare si è fatto strada adesso, davanti alle intenzioni del Governo di proporre il presidenzialismo?

Il giudizio della gente non è cambiato rispetto a prima. Grosso modo avevamo sempre le stesse percentuali anche nei periodi precedenti. Anche quando la formulavamo negli anni scorsi, alla domanda gli interpellati rispondevano sempre così. Preferiscono l’elezione diretta in tutt’e due i casi, perché possono incidere direttamente su chi sarà il decisore. L’idea del sindaco d’Italia rappresenta meglio questo orientamento.

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