È una fase di transizione di non poco conto, visto il cambio di maggioranza di governo, M5s a parte. I sondaggi svolti dall’Istituto Ixè, come ci ha spiegato il responsabile dell’area di ricerche Roberto Weber, però danno risultati che forse non tutti si aspettavano. Innanzitutto Salvini, che nonostante il clamoroso autogol da lui effettuato, rimane la figura politica forte seguita dal 32% degli italiani, anche se la Lega si ritrova al 30%. Poi Giuseppe Conte, accusato di “tradimento”, è ben stabile in cima a tutte le preferenze con il 49%, nello stesso momento in cui il 52% degli elettori si dichiara contraria al nuovo governo: “Conte ha perso il sostegno dei leghisti, ma ha ottenuto quello degli elettori di centrosinistra” dice Weber, che aggiunge che l’unica cosa sicura al momento è il ritorno del bipolarismo e della radicalizzazione dell’opinione pubblica.



Si leggono sondaggi strani in questi giorni: Lega in calo, secondo Euromedia di 7 punti (andando al 30%): per quale motivo? Perché ha fatto cadere il governo?

Noi di Ixè a differenza di quasi tutti gli istituti di sondaggi non siamo mai arrivati a dare il 36% alla Lega, abbiamo sempre dato di meno. Il calo in questo momento esiste, questo è vero, e si vede dalla perdita di fiducia di Salvini, che ha perso 16-17 punti percentuali nel gradimento degli italiani. Questo però non significa che abbia visto erosa la sua popolarità, visto che con il 32% è secondo dietro a Conte che ha il 49%. È comunque un dato inconvertibile che abbia subìto una severa sconfitta, prima politica e poi nell’opinione pubblica.



Berlusconi dice che unito il centrodestra vince.

Ha ragione Berlusconi. La riprova è data dai voti alle regionali, dalla storia stessa. Al momento quello che riusciamo a vedere del nuovo scenario politico è ancora poco, ma è sicuro che il bipolarismo stia tornando.

La domanda è: Salvini tornerà con il centrodestra?

No, non credo che cambierà. Ritengo ci siano tensioni interne nella Lega, che ancora non emergono, però dal punto di vista delle prospettive di lungo respiro il rapporto con l’Europa è dirimente.

Perché?

Dal punto di vista della pubblica opinione sul doppio tema fiducia nell’Europa e uscita o no dall’euro, la strategia salvinista è destinata a schiantarsi. Gl italiani vogliono l’euro, a parte un 20% di loro. La fiducia nonostante quello che abbiamo dovuto subire negli ultimi 10 anni è prevalente, la ritroviamo anche tra i leghisti. Il discrimine sta nel fatto che la Lega non ha trovato agganci in Europa, è rimasta isolata e se i 5 Stelle e il Pd non colgono questa opportunità allora sarà solo colpa loro di non aver creato le condizioni per un successo.



Conte è premiato dai sondaggi, nonostante sia passato da una maggioranza all’altra mentre la maggioranza degli italiani (il 52%, secondo l’istituto Tecnè) è contro il governo. Come lo spiega?

Si ricorda l’episodio di Sigonella quando Craxi, odiato dai comunisti, si oppose agli americani? Da quel giorno i comunisti lo amarono infinitamente. È la stessa cosa con Conte: ha perso la fiducia dei leghisti ma al loro posto ci sono adesso gli elettori di centrosinistra. In un altro sondaggio che poi non è stato pubblicato avevamo chiesto se Conte è uomo di partito o no: il 25% ci ha detto che è 5 Stelle, l’11% ha detto non lo so e tutti gli altri, la maggioranza, hanno detto che è “uomo terzo”, cioè al di là dei partiti. È questo che lo avvantaggia nella stima degli italiani.

M5s: è in salita nei sondaggi, stabile, o in discesa? Perché? Il loro elettorato è diviso e lo sappiamo: quello scontento dell’accordo con il Pd, quasi un nemico storico, cosa farà?

Nei dati che si leggono in giro dai vari istituti ci sono elementi di ambiguità, per motivi tecnici, dovuti alla cosiddetta tecnica di ponderazione. Se io faccio prevalere il ricordo di come hai votato alle nazionali o faccio prevalere il ricordo delle europee, abbiamo due risultati diversi. Le europee avvantaggiano la Lega e le politiche i 5 Stelle. Noi per cautela diamo una stima che sta tra i due risultati. I 5 Stelle, oggi al 22% secondo i nostri dati, potranno reggere questo risultato, difficile che recuperino quel 32% che avevano.

Il Pd è tornato secondo partito con il 22,6%. Chi premia il consenso? Renzi? O Zingaretti?

Renzi no di sicuro, è molto debole, è forte dal punto di vista parlamentare ma è debole come percorso autonomo. Siamo di fronte a una radicalizzazione della scena politica e lo spazio in mezzo è poco. Il Pd credo abbia bisogno di tempo per riprendere una dimensione di recupero, ma non adesso.

La crisi preoccupa ancora gli italiani?

Sì la preoccupazione e anche la coda di rancorosi, le cose non sono cambiate nella sostanza. Il vero discrimine come dicevo è la questione europea.