Crisi di governo annunciate poi smentite, scandali come il Russiagate, Tav sì e Tav no. È un momento di grandi dubbi sul futuro del governo giallo verde, ma nonostante tutto questo, ci ha detto Lorenzo Pregliasco, direttore e cofondatore del sito di studi politici e sondaggi Youtrend, non ci sono contraccolpi da parte degli elettori: “La Lega anche questa settimana si è dimostrata l’unico partito in crescita, passando dal 35,6% al 36,9%. Questo significa che il cosiddetto Russiagate non è nelle priorità degli elettori. Anche il Movimento 5 Stelle, sebbene passi dal 17,7% al 17,6% è sostanzialmente stabile e in recupero rispetto al 17% delle elezioni europee”. Dal punto di vista del consenso personale dei leader di governo, non c’è poi match: “Salvini è al 48%, con conte al 51,5% e Di Maio indietro al 29%”.



In un primo tempo, quando è esploso il Russiagate, Salvini è sembrato incassare, negli ultimi giorni invece ha contrattaccato su Conte. Si può stimare il peso del Russiagate sugli elettori della Lega?

Finora i sondaggi dicono di no o quantomeno che l’effetto delle vicende delle ultime settimane non è negativo per la Lega. È l’unico partito in crescita, al 36,9% rispetto al 35,6% di sette giorni fa.



Come mai?

Probabilmente perché non è un tema che è entrato nel circuito dell’opinione pubblica, non è tra le principali preoccupazioni dell’elettorato.

Gli italiani in chi hanno fiducia oggi? In quale leader? Conte? Salvini? Di Maio? Mattarella?

I sondaggi dicono che nel governo chi ha maggiore gradimento sono Conte e Salvini, il primo con una profilo più trasversale, non è cioè gradito solo agli elettori 5 Stelle; Salvini con un consenso più polarizzante. Il Capo dello Stato salvo alcuni momenti particolari è sempre ai vertici del gradimento, anche perché, diversamente da come è stato per una parte del mandato di Napolitano, non è politicamente polarizzante.



Quanto vale ciascuno di loro?

Conte, nell’ultimo sondaggio di Ipsos, in merito all’approvazione sull’operato del governo, era al 51%, seguito da Salvini al 48% e Di Maio al 29%.

L’autonomia, due anni fa premiata ai referendum di Lombardia e Veneto, oggi sposta voti?

Rischia di spostarli nel Sud Italia, questa è la novità che dovrà affrontare Salvini. Il ministro dell’Interno sta subendo forti pressioni dal Nord, soprattutto dai governatori di Lombardia e Veneto, ma c’è anche una pressione che viene dal Sud. La Lega oggi ha un bacino di consensi nel Meridione, ma rischia di alienarseli se continua a cavalcare l’autonomia.

Quanto vale in termini di consenso la flat tax? Se non si fa, Salvini quanto perde?

In termini di opinione pubblica c’è l’aspettativa che qualcosa venga fatto, anche solo un primo passo. Se non ci fosse, sarebbe visto negativamente, non penso però che la Lega subirebbe una forte perdita. Tra l’altro a molti elettori non è nemmeno chiaro cosa sia: come è oggi teorizzata dai partiti di governo non è neanche una flat tax.

Renzi sta contrattaccando su Zingaretti. Quanto vale l’uno e quanto vale l’altro?

Renzi ha la fiducia di un bacino molto stretto ma molto motivato, pochi ma convinti di lui. Zingaretti è un pochettino più aggregante, non ha le caratteristiche di un leader carismatico, ma per il momento non si è fatto nemici. Non sono quantificabili in termini percentuali, anche perché Renzi non viene sondato da parecchio tempo.

Il Pd è quantificabile?

È stabile, il 22,6% rispetto al 22,7% di una settimana fa.

Rompere il governo paga in termini di consenso? Chi premierebbe? Più Di Maio o più Salvini?

Da un lato, rompere potrebbe compattare l’elettorato 5 Stelle, ritroverebbero una sorta di riconoscibilità. È evidente però che il centrodestra in caso di elezioni anticipate ha ottime possibilità di ottenere la maggioranza dei seggi.

Intende un centrodestra unito, da Lega a Forza Italia passando per Fratelli d’Italia?

Probabilmente anche un centrodestra più ristretto con solo Lega e Fratelli d’Italia potrebbe ottenere la maggioranza assoluta di seggi. Il centrodestra rispetto alle elezioni di un anno fa è passato dal 40% circa al 50,6%, dieci punti percentuali in più.

L’emorragia di voti del M5s si è arrestata o sta continuando?

I sondaggi dicono che rispetto alle europee non c’è stata una flessione anzi oggi è leggermente superiore intorno al 18%. È pur vero che il 17% delle europee era il minimo, non si poteva andare ancora più sotto. Rimane da capire quanto il consenso potrebbe salire in caso di un governo tecnico o istituzionale da loro supportato, come si comincia a ventilare.