SONDAGGI POLITICI 2025, FOCUS SULLA SPAGNA: RIMANE IL VANTAGGIO DEI POPOLARI (NONOSTANTE IL GOVERNO SANCHEZ), VOX NON CRESCE MA RIMANE DAVANTI A SUMAR
Appena 6 mesi fa in Spagna il Governo Sanchez sembrava alla vigilia di una nuova crisi politica potenzialmente fatale, con sondaggi politici in caduta totale: dopo le inchieste sulla moglie, una cauzione con numeri risicatissimi in Parlamento (garantiti solo dall’accordo con gli autonomisti catalani, previa amnistia all’ex leader Puigdemont) e la sconfitta pesante alle Elezioni Europee, il Premier e leader del PSOE è rimasto al suo posto resistendo a tutto, pur calando nei consensi. I nuovi sondaggi politici condotti da SocioMetrica appena prima di Capodanno 2025 confermano la crisi del Governo più a sinistra d’Europa, al netto però di una lieve ripresa economica e di un allontanamento (per il momento) del possibile cambio al timone del Paese con i rivali storici dei Popolari.
I sondaggi condotti in Spagna tra il 16 e il 30 dicembre vedono infatti il PP di Núñez Feijóo rimanere in testa al 34%, nonostante la continua permanenza all’opposizione: lontani ben 6 punti di consenso troviamo il PSOE di Sanchez, al 28% in fase di completo “doppiaggio” del partito di destra Vox con Santiago Abascal (membro dei Patrioti per l’Europa con Le Pen, Salvini e Orban), a loro volta col doppio delle preferenze sulla sinistra di Sumar. Appena dietro al 14% di Vox e al 7% della sinistra spagnola, in coalizione con Sanchez, troviamo nei sondaggi di SocioMetrica il 4% di Podemos ormai in caduta libera da anni, il 3% di Salf e il 2% dei Verdi, pari alla lista della sinistra catalana Junts por Catalunya.
CRISI GOVERNO E PSOE, MA NEI SONDAGGI SPAGNA 2025 SANCHEZ RESISTE
Al netto delle tante crisi che hanno attraversato questi anni di Governo Sanchez, oltre ai sondaggi politici Spagna 2025 che confermano il trend del 2024, la tenuta in Parlamento alla fine ha sempre respinto ogni richiesta di dimissioni e/o rimpasto. Anche l’ultima grave emergenza immobiliare che da settimane ha spaccato l’opinione pubblica spagnola è stata affrontata dal Governo di sinistra con un nuovo pacchetto di ben 12 misure complessivi per risolvere il tema degli alloggi “sociali”.
«Più alloggi, una migliore regolamentazione e maggiori aiuti»: così il Premier spagnolo Pedro Sanchez prova a rilanciare con misure “social-centralistiche” il tema della crisi abitativa, cercando di “stravolgere” il mercato immobiliare spagnolo per l’anno appena cominciato. Dove invece il Governo PSOE-Sumar-Podemos-Junts rischia di saltare da un momento all’altro è in merito al posizionamento internazionale: con il Premier sempre molto critico con lo Stato ebraico per la guerra a Gaza (tanto da riconoscere formalmente lo Stato di Palestina), il suo partito non ha in realtà mai strappato del tutto con l’alleanza occidentale pro-Israele. E così da Podemos, così come da ampie parti della sinistra spagnola, da mesi permane l’ultimatum di strappare definitivamente con Netanyahu, pena la possibile uscita dal Governo: finora Sanchez ha sempre convinto Ione Belarra (leader di Podemos) a rinunciare alla crisi dell’esecutivo, ma l’arrivo degli Usa di Trump sulla scena internazionale potrebbero causare a cascata altri potenziali “strappi” in cui la Spagna non può certo ritenersi esente del tutto.