“1 GIOVANE AMERICANO SU 4 SI SENTE LGBTQ+”: I DATI DEL SONDAGGIO GALLUP USA
Secondo un ultimo sondaggio shock in arrivo dagli Usa, un giovane americano su 4 si identifica LGBTQ+: il dato è riportato nella vasta analisi di Gallup in merito al numero complessivo di persone “arcobaleno” presenti sul suolo degli Stati Uniti, dato piuttosto complesso da ricavare visto anche la forte differenza tra le varie tendenze (e pure una certa “volatilità” nelle identificazioni in alcuni casi). Restano comunque i numeri che servono a far riflettere su come stia procedendo il complesso rapporto di esperienza sociale e personale tra le giovani generazioni che si affacciano alla vita adulta.
E dunque ecco i numeri del sondaggio Gallup Usa: il 7,6% degli americani non si definisce etero in termini generali, dato che solo 4 anni fa era più basso al 5,6% mentre nel 2012 le stesse rilevazioni Gallup davano un basso 3,5%. Secondo dunque le circa 12mila persone intervistate al telefono dall’importante istituto di ricerca americano (tutti dai 18 anni in su), tra coloro che si dichiarano LGBTQ+, più della metà è rappresentata dai bisessuali: secondo il sondaggi, i bisex sarebbero il 4,4% della popolazione adulta americana e il 57,3% di quella “arcobaleno” (seguono invece i gay all’1,4% e le lesbiche al 1,2% della popolazione americana). «Le donne hanno quasi il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di identificarsi come LGBTQ+, 8,5% contro 4,7%. La bisessualità è la forma più comune di identificazione LGBTQ+ tra le donne, mentre gli uomini hanno la stessa probabilità di identificarsi come bisessuali o gay», si legge ancora nel sondaggio diffuso il 13 marzo scorso. Nel complesso resta che l’85,6% afferma di essere eterosessuale, il 7,6% si identifica con uno o più gruppi LGBTQ+ e il 6,8% rifiuta di rispondere: ma se si entra nella casistica “arcobaleno” ecco che spunta come il 22,2% dei giovani americani – nella fascia tra i 18 e i 26 anni – si identifica ad oggi come all’interno del “gruppo” LGBTQ+.
DAGLI STATES ALL’ITALIA, I DATI CHOC SULL’AUMENTO SULLE PERSONE LGBTQ+
Il numero choc sui giovanissimi LGBTQ+ sopra il 22% della popolazione americana è di fatto quadruplicato rispetto all’ultima rilevazione in tal senso del 2017, quando Gallup sanciva il dato del 10% di intervistati. Secondo le prime conclusioni del sondaggio Gallup viene evidenziato come ogni generazione più giovane «ha circa il doppio delle probabilità rispetto alla generazione che l’ha preceduta di identificarsi come LGBTQ+». Non solo, più di un adulto su cinque della Generazione Z, di età compresa tra 18 e 26 anni nel 2023, «si identifica come LGBTQ+, così come quasi un millennial su 10 (da 27 a 42 anni). La percentuale scende a meno del 5% della Generazione X, del 2% dei Baby Boomer e dell’1% della Generazione Silent».
Anche tra i giovanissimi come tra gli adulti l’autoidentificazione principale è quella bisessuale con risposte oltre il 15%: guardando invece ai soli LGBTQ+, allora il dato sui bisex Gen-Z sale ai due terzi generali. Cala poi drasticamente la percezione e l’identificazione come eterosessuali anche tra gli adulti americani: «La percentuale di adulti statunitensi che si considerano qualcosa di diverso dagli etero – conclude l’istituto sondaggistico – è più che raddoppiata da quando Gallup ha chiesto per la prima volta informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità transgender nel 2012. Questi cambiamenti sono stati guidati dagli americani più giovani, con circa un millennial su 10 e una generazione Z su cinque adulti con status LGBTQ+». Le differenze e le tendenze generazionali indicano tassi più elevati di identificazione LGBTQ+, a livello nazionale, in futuro: ciò significa, conclude Gallup, che se le tendenze attuali continuano, «è probabile che la percentuale di identificatori LGBTQ+ supererà il 10% degli adulti statunitensi entro i prossimi tre decenni».
I dati americani seguono quelli italiani di Ipsos che per lo scorso Pride Month 2023 ha raccolto diverse interviste scoprendo come addirittura il 9% degli italiani intervistati si identifica ad oggi come LGBTQ+: in particolare, il 2% si definisce omosessuale, il 3% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale e l’1% asessuato. C’è poi un 4% che si definisce transgender/genderfluid/non-binario. Numeri in continuo aumento in una realtà di “identificazione” che cresce di pari passo all’incertezza e l’autocoscienza del sé nella postmodernità: come ovviamente poi occorre sempre annotare, i dati giungono da sondaggi che danno una “fotografia” potenziale della realtà, non per forza “spiegano” la realtà stessa visto anche il grado di complessità e intimità personale raggiunto da temi come la sessualità e l’affettività.