Sonia Marra è scomparsa a Perugia nel 2006, ormai 16 anni fa, e non è stata mai ritrovata. Un giallo che percorre quasi due decenni e ancora senza un colpevole: chi ha strappato la studentessa, allora 25enne, alla sua vita e all’affetto della sua famiglia? Gli interrogativi sul cold case di rincorrono senza soluzione, in una storia densa di ombre e misteri al centro della puntata di Un giorno in pretura intitolata “La verità perduta“. All’epoca della sparizione, Sonia Marra studiava come fuori sede nel capoluogo umbro dopo essere cresciuta in Puglia, sua regione d’origine. Una scomparsa inspiegabile che, nel corso degli anni, avrebbe assunto il sapore amarissimo di un omicidio. Un crimine senza corpo e senza autore.



Il caso di Sonia Marra è ancora irrisolto. Ancora oggi, a quasi 20 anni da quel novembre 2006 in cui si persero le sue tracce, non c’è un colpevole. Per la vicenda, sospettato di averla uccisa e di averne occultato il cadavere, sarebbe finito a processo Umberto Bindella, allora 31enne e in contatto con Sonia Marra. La Procura si sarebbe convinta di un suo coinvolgimento nel giallo della studentessa, ma i tre gradi di giudizio a suo carico si sarebbero risolti con l’assoluzione in via definitiva. Umberto Bindella fu l’unico imputato dell’omicidio di Sonia Marra, da sempre professatosi innocente davanti alle accuse.



Sonia Marra scomparsa a Perugia: nessun colpevole dopo 16 anni di buio

Il colpevole del delitto di Sonia Marra ancora oggi non ha volto né nome. Assolto definitivamente Umberto Bindella, resta ancora da capire cosa sia successo alla studentessa 25enne il 16 novembre 2006, giorno della scomparsa, nel cuore della Perugia in cui studiava e lavorava. Tre gradi di giudizio si sono chiusi con l’assoluzione di Bindella: il primo nel 2017, in Corte d’Assise di Perugia, “per non aver commesso il fatto“, il secondo nel 2019, e il terzo nel marzo 2021, con la Cassazione che avrebbe dichiarato inammissibile il ricorso della Procura Generale contro la sentenza emessa in Corte d’Assise d’appello sull’assoluzione.



Nelle motivazioni della Suprema Corte, riportate da Chi l’ha visto? nella scheda di aggiornamenti sul caso Sonia Marra, assolvendo Bindella i giudici scrissero: “Gli spostamenti dell’imputato, tra le 16:20 e le 19:30, sono accertati e incompatibili con la commissione da parte sua dell’omicidio“. Non era lui, secondo la giustizia, “l’uomo che fu visto entrare nell’appartamento” di Sonia Marra intorno alle 19 del giorno della scomparsa per poi allontanarsi “a bordo di una berlina bianca“.

Sonia Marra, quel silenzio sospetto e 16 anni di domande senza risposta

Sonia Marra era solita sentire spesso la sua famiglia e in particolare la madre, durante le sue giornate umbre tra studi e lavoro. Sarebbe stato proprio il silenzio della studentessa, il 16 novembre 2006, ad allarmare i suoi cari e a dare impulso alle indagini sulla sua scomparsa. Tra poche settimane saranno 16 anni di silenzio e altrettanti di domande senza risposta, una su tutte relativa a una intercettazione dal tenore sconvolgente emersa tra le carte d’inchiesta.

Si tratta di una conversazione tra un prete e un seminarista, registrata dagli inquirenti nell’ambito di un’indagine su un presunto traffico di stupefacenti, in cui sarebbe affiorata l’ombra di un terribile segreto forse legato al caso di Sonia Marra. Il seminarista, a un certo punto del discorso, avrebbe pronunciato parole inquietanti: “A quella ragazza sai che hanno fatto? A quella l’hanno tritata. Non la ritroveranno mai. L’hanno buttata nell’immondizia…“. Le insistenze del prete per sapere l’identità di chi avrebbe commesso tutto ciò ai danni della “ragazza” che entrambi sembrerebbero conoscere, però, nell’intercettazione cadono nel vuoto. Sempre nella registrazione, riportata da Chi l’ha visto?, il seminarista avrebbe sostenuto che la giovane in questione sarebbe stata “incinta” al momento della sparizione e sarebbe stata “eliminata“, “annientata” perché non rivelasse “cose” che avrebbe visto e sentito.