Sonny Colbrelli sembrava destinato ad entrare negli annali del ciclismo dopo aver vinto il campionato italiano, quello europeo e la Parigi Roubaix, ma ad un certo punto, in occasione del Giro di Catalogna del 2022, lo stop a causa di un arresto cardiaco: «Dall’olimpo mi sono trovato quasi sottoterra – ha raccontato oggi Colbrelli a Libero – alla fine, quella foto dove indosso la maglia tricolore, e sottobraccio ho quella di campione europeo e il “sasso” di Roubaix è la metafora della vita, appagamento e rimpianti. È così per tutti. Di quel 21 marzo (il giorno dell’infarto ndr) ricordo lo sprint, il traguardo, io che prendo l’acqua dal massaggiatore e poi bum: tutto nero. E mi sveglio in ospedale: le facce di chi avevo intorno dicevano tutto».



A salvarlo è stato un infermerie volontario che per primo si è accorto di quanto stesse accadendo ed ha scavalcato le transenne per soccorrere Sonny Colbrelli: «Si chiama Borja, è catalano, è venuto a trovarmi in ospedale e ci sentiamo tutt’ora. Lui e, chissà, credo anche nonno Cesarino (morto ndr), sono stati i miei angeli». Subito dopo il malore, a Sonny Colbrelli è stato scoperto un problema al cuore e gli è stato impiantato un defibrillatore sotto pelle «e quel giorno è finita la mia carriera da ciclista agonista. Ho pianto molto, anche di recente. Il mio team, la Bahrain Victorious, mi ha confermato il contratto in essere anche per quest’anno, sono loro brand ambassador, partecipo ai raduni della squadra. Questo mi fa sentire ancora un ciclista, ma provo amarezza quando vedo i ragazzi prepararsi per uscire, testare le nuove tutine e le nuove bici. Però, in questo, c’è anche del buono».



SONNY COLBRELLI: “LA NUOVA VITA IN POLITICA…”

«Mi stanno scrivendo un sacco di persone – ha proseguito l’atleta – anche ragazzi giovani, con problemi simili ai miei. Sono in tanti ad avere un defibrillatore e io sono lusingato del fatto che mi chiedano consigli. Ci siamo pure sentiti con l’ex interista Eriksen». Sonny Colbrelli è contento di “essere ancora qui”, e sul fatto che possa ancora usare la bici: “ogni volta è come rinascere”.

Sonny Colbrelli sta provando a reinventarsi politico: «Sono grande amico di Adriano Paroli, il coordinatore di Brescia, e con loro mi sono trovato molto bene». Obiettivo, provare a far approvare una legge più rigida per tutelare i ciclisti sulle strade: «Io punto a far capire che per il rispetto sulle strade non può bastare un cartello che chieda di mantenere un metro e mezzo di distanza quando si sorpassa un ciclista. La morte di Rebellin mi ha convinto che serve muoversi».