Tra le tante piste e segnalazioni che dal 2004, anno di scomparsa di Denise Pipitone, ad oggi hanno interessato gli inquirenti e tenuto con il fiato sospeso la famiglia della bambina, ce n’è una che arriva da Potenza. Il 12 agosto 2015 Piera Maggio, mamma di Denise, legge su Facebook un messaggio che la fa sussultare: “sono Denise mamma”. Il messaggio postato parte da Tito, in provincia di Potenza ed a renderlo noto fu anche in quel caso la trasmissione Chi l’ha visto. A scriverlo, fu poi accertato, fu una bambina di 11 anni che insieme alla sua famiglia da qualche anno si era trasferita nel comune del Potentino dopo aver vissuto in precedenza in Calabria.



Dopo che la notizia divenne pubblica, come riferì l’agenzia di stampa Ansa, i Carabinieri di Potenza si precipitarono a prelevare attraverso un tampone un campione del Dna della bambina, la cui madre non si sarebbe opposta in alcun modo. L’undicenne autrice del post diretto alla mamma Piera Maggio, avrebbe solo fatto uno scherzo. Il caso però fece discutere per tutta una serie di coincidenze con la scomparsa di Denise Pipitone dal momento che il padre della prima bambina porta lo stesso cognome di una famiglia di nomadi coinvolta nella prima fase delle indagini sulla scomparsa di Denise.



DENISE PIPITONE E LA FALSA PISTA DELLA BIMBA DI POTENZA

Subito dopo l’arrivo dei Carabinieri nella sua casa di Tito, in provincia di Potenza, la bambina che in precedenza aveva scritto a Piera Maggio asserendo di essere Denise Pipitone ammise subito che si era trattato di uno scherzo. La sua foto profilo su Facebook, tuttavia, aveva evidenziato una certa somiglianza al punto da far riaccendere le speranze. Si trattò però dell’ennesimo abbaglio. Quando la giornalista di Chi l’ha visto riuscì a rintracciare la giovane autrice del messaggio choc, lei si era subito affrettata a smentire asserendo: “Non l’ho scritto io”. Poi però aveva aggiunto una frase che aveva fatto molto discutere, come riporta Today.it: “Se Denise è qua, che fate? La venite a prendere?”. A smentire l’ennesima pista fu poi proprio il test del Dna. Ad intervenire era stata anche la madre della ragazzina che si era giustificata: “Mi dispiace, lei non si rende conto di quello che ha fatto, si è comportata malissimo. Da quello che mi ha raccontato mia figlia è andata su Facebook con il cellulare e sostiene che non aveva pensato che fosse una cosa grave, voleva fare uno scherzo”.

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