Sopravvivere nascosto nel carrello dell’aereo durante un volo di dieci ore, con temperature intorno ai 60 gradi sottozero, sembra essere un’impresa impossibile da compiere. O meglio, sembrava: sì, perché un uomo partito da Johannesburg ce l’ha fatta, resistendo a uno scalo a Nairobi, in Kenya, e anche all’atterraggio ad Amsterdam il giorno successivo. Stando a quanto riportato dalle autorità olandesi (che non ha reso note le generalità del protagonista di questa notizia), il migrante è stato soccorso e trasportato in ospedale, dove si troverebbe ricoverato in condizioni stabili.



Il freddo pungente e la mancanza di ossigeno ad alta quota hanno sicuramente rappresentato un grosso ostacolo, che il soggetto ha tuttavia evitato: “L’individuo è stato trovato vivo nella sezione della ruota anteriore dell’aeroplano cargo– ha spiegato ai microfoni dell’agenzia Afp la portavoce della polizia militare olandese, Joanna Helmonds –. È davvero straordinario che sia ancora vivo”.



SOPRAVVIVE A UN VIAGGIO DI 10 ORE NEL CARRELLO DELL’AEREO: UN’IMPRESA (QUASI) IMPOSSIBILE

L’idea di viaggiare nascosto nel carrello dell’aereo Boeing 747 molto spesso incarna una scelta fatale per chi la compie. Lo rivelano le statistiche immagazzinate negli anni dalla Federal Aviation Administration, ente federale a stelle e strisce per l’aviazione, in base alle quali – come scrive il “Corriere della Sera” – dal 1947 si contano “almeno 128 persone che in tutto il mondo hanno tentato di viaggiare nascoste nei carrelli o nelle stive degli aerei, ma il 77% di questi non è mai arrivato vivo a destinazione. L’Africa è il punto di origine principale, seguono il Centro e Sud America, quindi l’Asia. Uno dei casi più eclatanti, anche se un volo più breve, risale al novembre 2021, quando un 26enne è sopravvissuto nascosto nel vano di un carrello in un volo passeggeri dal Guatemala a Miami”.



Gli esperti, peraltro, hanno evidenziato come durante il volo il corpo umano possa andare in ipotermia e, inoltre, dai 5.500 metri in su, l’ossigeno per la respirazione non sarebbe più sufficiente, con il tetto dei 6.700 metri indicato come soglia al cui raggiungimento scatta la perdita di coscienza.