Alla Sorbona di Parigi, l’antropologa 58enne Florence Bergeaud-Blacker ricercatrice del Cnrs, istituto di ricerca pubblico francese, avrebbe dovuto tenere un incontro per parlare del suo ultimo libro, Le frérisme et ses reseaux, studio-inchiesta dedicato ai musulmani e alla loro influenza in Francia. Il convegno, però, è stato sospeso per presunte “ragioni di sicurezza”. Invitata dal direttore didattico del corso sulla laicità Pierre-Henri Tavoillot, l’esperta non potrà più parlare agli studenti: infatti, la preside della Facoltà di Lettere, Béatrice Perez, aveva chiesto la sospensione dell’evento per non “gettare benzina sul fuoco”.
Pochi giorni fa, quando su Twitter aveva pubblicato il link per registrarsi all’evento, era stata “attaccata” e accusata di essere una “Cospiratrice, razzista, islamofoba”: nei suoi confronti anche minacce di morte, che avrebbero spinto la Sorbona alla decisione della cancellazione dell’incontro, senza una telefonata ma con una mail. Radio, giornali, editori e tv come Cnews a BfmTv, hanno alzato la voce, chiedendosi come mai venisse negata la possibilità di parola alla nota antropologa, autrice di svariati lavori scientifici. L’esperta è nota per i suoi lavori sull’islamismo e sarebbe finita nel mirino dei musulmani, come spiegato da Il Giornale.
Dilagano le proteste in Francia
A fare ancora più rumore, non solamente il fatto che Florence Bergeaud-Blacker non possa tenere il convegno alla Sorbona di Parigi, ma anche un precedente: un’ex terrorista di sinistra, condannato per concorso in omicidio, era stato invitato all’Università di Bordeaux per parlare delle azioni sovversive. E aveva persino reso omaggio agli attacchi degli jihadisti del 13 novembre. La sua conferenza si è svolta il 28 marzo scorso, senza alcuna protesta, al contrario di quanto avvenuto alla notizia che Bergeaud-Blackler, ricercatrice de Cnrs, sarebbe dovuta intervenire alla Sorbona.
Qualcosa di simile in Francia era già accaduto alla giornalista Caroline Fourest una ventina di anni fa. Ieri, l’antropologa è andata in tv per chiedere se la ministra dell’Università e della ricerca Sylvie Retailleau avesse qualcosa da dire. Da parte della responsabile politica, infatti, è arrivato solamente un tweet: “C’è un tabù nell’università francese sull’islamismo che rende la ricerca quasi impossibile. Dalla decapitazione di Samuel Paty, chi resisteva ancora ha una tale paura che si è quasi arreso”. La Sorbona intanto fa sapere che la conferenza “Non è né cancellata né censurata, ma rinviata a data da destinarsi”. Probabilmente si terrà il prossimo 2 giugno.