Scontro a L’Aria che Tira tra Marcello Sorgi e Michele Santoro. Parlando degli aiuti militari all’Ucraina, con l’invio di armi, la conduttrice Myrta Merlino ha mostrato un sondaggio condotto sugli italiani che mostrava come il 50.4% degli intervistati fosse contrario all’invio di aiuti. Michele Santoro anche questa volta ha difeso con grande veemenza la sua contrarietà, attaccando il giornalista Marcello Sorgi.
Santoro ha spiegato di aver elaborato la proposta di un sondaggio per la Rai assieme alla parlamentare Maria Laura Paxia, ex M5s. L’obiettivo dell’indagine sarebbe stato quello di indagare sulla percezione delle notizie sulla guerra da parte degli italiani: “Il 51% degli italiani è contrario all’invio di armi in Ucraina. Non credo che sia corretto considerare questi italiani tutti filo-putiniani o tutti propensi alla resa dell’Ucraina. Non è assolutamente così. Dobbiamo però sapere cosa stiamo facendo. Per esempio, i provvedimenti sul petrolio costeranno all’Europa sei volte tanto in merito all’aumento del prezzo del gas. E quindi ovviamente gli italiani vorrebbero che le notizie fossero completate da questo tipo di informazioni. Pertanto, vogliamo che ci sia un sondaggio sull’informazione pubblica, in modo da misurare il livello di soddisfazione degli italiani per il servizio pubblico che paghiamo tutti e quindi anche quel 51% contrario all’invio di armi”.
La replica di Sorgi a Santoro
Marcello Sorgi si era prima rivolto proprio a Michele Santoro, dichiarando: “La nostra Costituzione prevede che il popolo possa essere interrogato e possa decidere attraverso lo strumento del referendum. In questo caso, parliamo però di sondaggi. Se chiedi alla gente se è favorevole al pagamento delle tasse o no, ovviamente ti risponde di no. Questo 51% chi l’ha misurato? Non si può votare su queste cose. Ci sono delle materie su cui il governo deve essere libero di decidere e poi gli elettori giudicheranno alle elezioni politiche”.
L’editorialista de La Stampa ha poi affermato che non è compito del popolo decidere in merito a queste questioni. L’unica possibilità sta nello scegliere quale partito votare ed eventualmente nel mandare al Governo chi è contrario all’invio di aiuti militari in Ucraina. Prima di allora, la decisione spetta al Parlamento: “Se il prossimo 21 giugno il Parlamento rivota a favore di qualsiasi genere di aiuto, il governo è libero di mandare le armi in Ucraina. Aspettiamo l’anno prossimo e vedremo probabilmente che la gente voterà contro Draghi e a favore dei partiti contrari agli aiuti militari”.