Il miliardario fondatore di Open Society George Soros avrebbe dei legami economici con la Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo una recente inchiesta giornalistica citata dal quotidiano italiano La Verità. A condurre l’inchiesta, racconta il quotidiano, sono stati i giornalisti della rivista francese Valeurs Actuelles, assieme alla ONG European center for law and justice, che veglia proprio sull’applicazione corretta dei diritti dei cittadini in Europa.
L’inchiesta su Soros e sul suo contributo nelle decisioni politiche e sociali della Corte dei diritti dell’uomo è partita nel 2020 e si è rivelata piuttosto complessa. Da subito, però, si era appurato che tra i 100 giudici permanenti della Corte almeno 22 avevano avuto, tra il 2009 e il 2019, un contatto con una delle varie ONG che sono sotto l’influenza del miliardario, tra Aire center, Amnesty international, Human rights watch e la stessa Open society. Negli anni di indagine, inoltre, si è appreso come tra quei 22 giurati che avevano avuto collegamenti con le ONG di Soros, almeno 18 avevano preso posto tra la giuria di 88 casi in cui c’entrava una delle ONG.
George Soros e la Corte dei diritti dell’uomo
Insomma, 22 giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo avevano avuto un qualche collegamento con una delle sette ONG di George Soros e 18 tra loro avrebbero avuto un ruolo da giurati in 88 cause contro le ONG stesse. Raphaël Stainville, l’autore dell’articolo francese, spiega che l’inchiesta ha permesso di scoprire una causa della deriva ideologica di questo organismo europeo sia diventata portavoce della cultura woke e promotrice della lobby Lgbt“.
Inoltre, la concussione tra Soros e i giurati, secondo il giornalista, “ha messo in discussione non solo l’indipendenza della Corte ma anche l’imparzialità dei suoi giudici”. Inoltre, il giornalista spiega che non è solamente la sua inchiesta a mettere in discussione l’imparzialità della Corte, sostenendo che sia già stata presentata una petizione intitolata “Porre fine ai conflitti di interesse alla Cedu”, firmata da quasi 60mila cittadini europei. L’avvocato dell’European center for law and justice Grégor Puppinck ha spiegato che per il caso Soros “l’influenza è difficile da dimostrare. Non si può provare perché non si è nella mente del giudice. D’altra parte, quello che abbiamo potuto constatare è che ci sono casi oggettivi e chiari di conflitti di interessi“.