È svedese, attivista e appartiene alla generazione Z come Greta Thunberg al cui movimento Fridays for Future ha aderito per tre anni. Ma ora la diciottenne Ia Aanstoot si smarca dall’emblema della militanza giovanile contro il riscaldamento climatico e scende in campo in difesa dell’energia nucleare. Ia prende di mira in particolare le posizioni antinucleariste di Greenpeace. Secondo la Aanstoot, l’associazione “è ferma al passato e lotta contro l’energia nucleare pulita e priva di carbonio mentre il mondo sta letteralmente bruciando. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti disponibili per affrontare il cambiamento climatico e il nucleare è uno di questi”.



Con la campagna Dear Greenpeace la giovane enfatizza l’emergenza climatica ed esorta Greenpeace a rinunciare alla sua opposizione all’energia dall’atomo bollata come “retrograda e antiscientifica”. “Sono stufa di dover combattere contro quelli che dovrebbero essere nostri alleati nella lotta contro i combustibili fossili”, dichiara la giovane attivista svedese la cui battaglia prende origine alcuni mesi fa, dalla decisione di Greenpeace, di trascinare in tribunale la Commissione europea colpevole di aver incluso anche il nucleare nella Tassonomia verde che stila la lista degli investimenti reputati sostenibili. Si tratta di una specie di vademecum green per investitori privati ma che non incide sulle decisioni di governi di indirizzare fondi pubblici verso una fonte piuttosto che un’altra.



Per Greenpeace il sistema di classificazione dell’Ue è un “greenwashing” che consente alle centrali nucleari di ricevere fondi (dal mercato privato) che altrimenti verrebbero destinati alle energie rinnovabili. Per gli avvocati dell’Ong, l’energia nucleare causa “danni significativi all’ambiente” e non dovrebbe quindi essere inclusa nella tassonomia. Replica la Aanstoot che assieme ad altri 5 militanti per il clima di varie nazionalità (svedese, olandese, francese, polacca e finlandese) si è costituita parte interessata nella prossima battaglia legale: più di un terzo dell’energia pulita nell’Ue è costituita dall’energia nucleare, quindi la proposta di Greenpeace di eliminarla è davvero dannosa per il futuro delle prossime generazioni.



Questa “costola” di Fridays for Future dunque associa la lotta al cambiamento climatico a una questione generazionale, ritenendo che sia indispensabile utilizzare tutte le tecnologie a disposizione per contenere le emissioni di anidride carbonica. Tra i seguaci di Ia, la biologa polacca Julia Galosh 22 anni, la quale, a suo tempo, ha protestato contro Greenpeace per la sua campagna finalizzata a chiudere gli ultimi reattori nucleari della Germania (portando a un maggior consumo di carbone). “Ora vogliono impedire al mio Paese di passare dal carbone al nucleare”, protesta Julia. Per capirne gli effetti basta confrontare l’intensità carbonica della generazione elettrica tedesca, 385 grammi di CO2 per kWh prodotto, contro gli 88 grammi della Francia, Paese che – nonostante i fermi per manutenzione del suo parco di 56 reattori – genera il 67% dell’elettricità dall’atomo.

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