IL CANDIDATO ALLE REGIONALI IN SARDEGNA ATTACCA IL SUO EX PARTITO: COSA HA DETTO SORU AL “DOMANI”

«Renato Soru terzo alle Elezioni Regionali in Sardegna, così fa un favore alla destra»: le parole dette da Elly Schlein due giorni fa a Carbonia con Pierluigi Bersani non devono essere piaciute molto all’ex Governatore sardo, ex Pd fino allo scorso autunno, e uomo forte del campo progressista negli ultimi 20 anni in Sardegna. Intervistato dal “Domani” a tre giorni dalle Elezioni Regionali in arrivo domenica, il candidato Presidente con Coalizione Sarda (unione di lista con Azione-+Europa-Upc, Italia Viva, Progetto Sardegna, Liberu, Vota Sardigna e Rifondazione comunista) risponde al “campo largo” rigettando l’accusa di voler dividere la sinistra per favorire il Centrodestra.



«Todde e chi la sostiene sono disperati», sottolinea Soru prendendo di mira la candidata Presidente per Pd, M5s e AVS in Sardegna, «non sanno più cosa dire»: secondo l’ex Governatore dem, il Centrosinistra prima ha fatto una campagna di disinformazione «tipo URSS di Stalin», sparando numeri a caso ma senza mai pubblicare un sondaggio. A quel punto, aggiunge Soru, «non essendo in grado di parlare nel merito, si richiamano al “voto utile”». Todde, secondo la previsione di Renato Soru, è crollata nei consensi nelle ultime settimane: «il Pd scenderò sotto il 10%, cercando di salvare il salvabile ma hanno già perso, e lo sanno».



RENATO SORU: “BASTA COL BIPOLARISMO ITALIANO. CON CALENDA E COMUNISTI PER UNA NUOVA ALLEANZA”

Soru non accetta di essere considerato lo “spacca sinistra” e spiega sempre al “Domani” i motivi per cui i veri responsabili della possibile vittoria del Centrodestra con Paolo Truzzu alle Regionali in Sardegna non è da ricercare nelle sue liste: «vogliono ribaltare la realtà», accusa l’ex manager Tiscali, «Todde è stata imposta da M5s e Pd per fare in Sardegna un esperimento che non sta andando bene neanche a livello nazionale». Per Soru risulta paradossale che l’alternativa alla destra sia ora Conte che con loro ha già governato nei Governi Conte-1 e Draghi, un leader «che ancora oggi si confonde fa Trump e Biden e resta ambiguo con Putin».



Ne ha per tutte Renato Soru, scatenato in una campagna elettorale che lo vede outsider e dunque con molto poco da perdere: con un M5s così, aggiunge il candidato Governatore, «sarei io che faccio vincere la destra?». Soru torna sulla “vecchia” contestazione fatta a Schlein mesi fa, quando poi si ruppe il patto e si arrivò alla candidatura di Alessandra Todde (gradita da Conte che invece aveva bocciato Soru, ndr): l’ex Governatore racconta al “Domani” di aver proposto al Pd di fare le primarie per tempo, li ha quasi supplicato ma durante l’ultimo incontro ha capito di doversi fare da parte. Soru aveva poi chiesto a Todde di farsi da parte per cercare a quel punto una persona che rappresentasse tutto il Centrosinistra: «Todde ha detto “non se ne parla”, i dirigenti nazionali e regionali del Pd si prendano ora le loro responsabilità». La decisione a quel punto di inseguire la candidatura con Calenda, Renzi e Rifondazione Comunista, contro il “bipolarismo” – definito «ossessivo e inutile» – per far capire alla sinistra che l’alleanza Pd-M5s non serve per battere Meloni: un consiglio a Schlein, che pure ammette di aver votato all’ultimo Congresso Pd, Soru lo lancia dall’intervista sulle Regionali, «se voleva costruire un’alleanza con Conte per le Politiche tra 4 anni doveva lavorare all’interno del Pd per farlo crescere e rafforzare nei territori», così da arrivare all’alleanza con una posizione di forza. Invece «ha fatto il contrario facendo crescere Conte. Ma che strategia è?».