Ristorante sempre pieni e cameriere sempre assenti. Questa è la visione derivata dal ministro del turismo Massimo Garavaglia e dall’imprenditore Flavio Briatore , convinti che se mancano risorse umane e perché coloro che portano a casa una determinata cifra senza far nulla, preferisco non lavorare.
Sos camerieri: mancano davvero?
In realtà, come è avvenuto per il settore fieristico, c’è stata una transizione dei lavoratori della ristorazione verso altri settori durante due anni di pandemia dov’è, il settore ho.re.ca è stato chiuso e riaperto più volte.
Tuttavia, come riportato da Il Fatto Quotidiano, che smentisce quanto riportato sul Corriere della Sera, l’ultimo bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere ed Anpal, datato 11 aprile 2022, mostra come le difficoltà di reperimento concernono prevalentemente:
- artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni per il 65,6%;
- fonditore saldatore lattoniere calderaio montatori carpentieri per il 64,6%;
- fabbri, ferrai costruttori di utensili per il 63,4%;
- mentre per quanto concerne il settore della ristorazione, la figura del cuoco, del cameriere e altre professioni dei servizi turistici siamo un margine di difficoltà del 38,7%.
Sos camerieri: ma quanto viene pagato un cameriere?
Nel 2021 i contratti stagionali attivati hanno raggiunto quota 920 mila, oltre il 40% in più rispetto al 2020 segnato del covid-19. Parallelamente le famiglie che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza sono invece crollate di 28600 unità. E’ dunque improbabile che il reddito di cittadinanza abbia avuto in un impatto negativo sull’offerta di lavoro. Tuttavia è pur vero che, se la paga è troppo bassa o troppo vicina al massimo consentito per il reddito di cittadinanza che è di €780 mensili, probabilmente c’è chi preferisce stare a casa. Infatti la legge prevede che un offerta congrua sia superiore al massimo previsto per il contributo di sostegno del 10% e quindi €858 mensili.
Una riflessione dunque andrebbe fatta sulla congruità degli stipendi, discussione che in paesi come la Svizzera è sempre attuale tanto da aver introdotto e ripetutamente rinnovato la legge sullo stipendio minimo, che in Italia non ha ancora trovato concretezza, nonostante l’articolo 36 della costituzione:
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
La legge sullo stipendio minimo tuttavia non esiste in molti paesi europei tanto che le stime di Eurostat sullo stipendio medio minimo nei paesi europei collocano l’intera Europa tra i continenti più malpaganti del mondo e non salva nemmeno alcuni paesi nord europei.