Un invito a osservare e scrutare ciò che ci circonda nello stesso modo in cui lo fa Papa Francesco. È ciò di cui hanno parlato oggi Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù, ed Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, che ha moderato e introdotto l’incontro. Quest’ultimo, intitolato “Imparare a guardare il mondo con gli occhi di Papa Francesco”, si terrà alle 11.30 nella Sala Nera UnipolSai della fiera di Rimini. Oggetto del convegno Papa Francesco, che nei giorni scorsi aveva salutato l’inizio del Meeting con parole di apprezzamento, con l’augurio che questi 40 anni di grande impegno potessero suscitare nuove energie, necessarie anche per affrontare le urgenze contemporanee.



VIDEO INCONTRO DI ARTURO SOSA ABASCAL AL MEETING DI RIMINI 2019

Ospiti e relatori d’eccezione dunque per un dibattito significativo come questo. Abascal è nato in Venezuela, dove ha ricevuto una formazione da gesuita, e ha sempre avuto a cuore il miglioramento del suo Paese. Si è occupato infatti di ricerca e azione sociale e il suo lavoro lo ha portato anche a contatto con le reti gesuite delle scuole per i poveri. La Guarnieri partecipa alla settimana riminese dal 1982 e intensa è stata la sua attività di ambasciatrice del Meeting in varie nazioni, con l’intento di porre basi concrete per nuove relazioni e un maggiore dialogo tra i popoli. Durante l’incontro il gesuita ha raccontato nel dettaglio quanto sia importante il “messaggio rivoluzionario” che Papa Francesco ha portato all’interno della Chiesa: «Occorre conoscere intimamente il Signore che per me si è fatto uomo, perché chi lo ama lo segua», spiega Abascal che poco dopo aggiunge «Nel discernimento non ci si divide tra credenti e non credenti, tra uomini morali e non, tra chi promuove il bene di tutti o chi semina paure e divisione». Il cristianesimo, come ama dire lo stesso Papa Francesco, «non è una religione intimista, si può vivere solo in comunità […]. Si parla della secolarità come qualcosa di cattivo. Invece se lo leggiamo come segno dei tempi forse segno di speranza e non disperazione, la società secolare forse è il nuovo spazio per vivere e diffondere la nostra fede». In merito al rapporto tra politica e fede, Abascal conclude il suo intervento «Ogni persona chiamata a curare la propria cittadinanza. Dal punto di vista cristiano fare il politico è rispondere a una chiamata del Signore».



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