Arriva dall’Ordine Nazionale dei Medici la conferma di quanto già cominciato negli scorsi giorni nelle varie aziende sanitarie locali, in merito agli operatori sanitari “no vax” e le prime sospensioni: «Abbiamo dato oggi indicazioni a tutti gli ordini territoriali che, in presenza di un accertamento da parte della Asl di operatori sanitari e medici non vaccinati, si provveda ope legis (per norma di legge, ndr) alla sospensione del medico e alla sua attività finchè lo stesso non avrà effettuato la vaccinazione anti-Covid e comunque non oltre il 31 dicembre».
A dirlo è il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Filippo Anelli, intervenendo proprio in riferimento alle sospensioni avviate dalle Asl di diverse Regioni in merito al chiarimento richiesto dal Ministero della Salute nell’ultimo Decreto Covid in aprile (ovvero l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari). (agg. di Niccolò Magnani)
LE PRIME DECISIONI DELLE ASL
Prime sospensioni di operatori sanitari no vax. Sono cominciate negli ultimi giorni da parte di molte aziende sanitarie. In molte regioni italiane è stata infatti avviata la procedura, secondo quanto riportato da Il Post. Dopo essersi rivolti agli ordini professionali, agli ospedali e alle Rsa per conoscere i nominativi di tutti i medici e gli infermieri che non hanno voluto vaccinarsi, li hanno avvisati delle conseguenze a cui sarebbero andati in contro. Poi le aziende sanitarie hanno cominciato ad applicare le regole fissate nel decreto con cui è stato introdotto l’obbligo vaccinale, approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° aprile. Anzi, le regioni hanno concesso più tempo di quanto previsto. La consegna degli elenchi era stata fissata entro martedì 6 aprile, la verifica dello stato vaccinale entro il 16 aprile. Poi avrebbero dovuto mandare un invito per ricevere la documentazione dell’avvenuta vaccinazione, della conferma di un appuntamento per la somministrazione del vaccino o una spiegazione per la mancata vaccinazione.
Peraltro, già quando scatta l’accertamento gli operatori sanitari no vax devono essere esentati da lavori che prevedono contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio. Se ciò non è possibile, scatta la sospensione della retribuzione.
OPERATORI SANITARI NO VAX SENZA STIPENDIO FINO A DICEMBRE
Le aziende sanitarie solo nelle ultime settimane hanno cominciato a inviare i richiami formali con le date delle vaccinazioni per gli operatori sanitari non ancora immunizzati. Ciò in quanto sono durati più del previsto gli accertamenti. Molti comunque non si sono presentati agli appuntamenti, per questo sono scattati i primi avvisi di sospensione dal servizio, con la sospensione dello stipendio fino al 31 dicembre 2021. Sono 45.753, secondo il report settimanale pubblicato ieri dal governo, gli operatori sanitari non ancora vaccinati. Il 7,8% sono in Emilia-Romagna. A livello assoluto hanno numeri alti, come evidenziato da Il Post, Sicilia (9.214) e Puglia (9.099). Nella Provincia autonoma di Trento sono 2.205, ma questo numero corrisponde all’11% del totale. Questi dati sono confermati parzialmente dalle Regioni. In Lombardia risultano tutti vaccinati, ma molte aziende sanitarie hanno convocato medici e infermieri che non risultano ancora vaccinati. A muoversi rapidamente invece la Puglia, dove a maggio l’azienda sanitaria di Brindisi aveva già sospeso 5 dipendenti perché avevano rifiutato due volte il vaccino. Nella Provincia autonoma di Bolzano risulterebbero tutti vaccinati secondo il report del governo, ma sono stati richiamati quasi 4mila dipendenti. Di questi, 1.108 hanno poi deciso di vaccinarsi, gli altri sono stati convocati, ma si sono presentati solo in tre.