Ancora una volta subisce un duro stop l’obbligo vaccinale (o in alternativa i tamponi settimanali) per i lavoratori delle grandi aziende private degli Stati Uniti. Come spiegano l’Adnkronos e l’Agi, il tribunale federale di appello dello stato di New Orleans ha bocciato il provvedimento, che dovrebbe entrare ufficialmente i vigore il prossimo mese di gennaio 2022. Stando a tre giudici del tribunale stesso, così come riferito dai media d’oltre oceano, l’obbligo vaccinale per i lavoratori “eccede grandemente” l’autorità dell’agenzia per la sicurezza sul lavoro che lo ha emanato, la Occupational Safety and Health Administration.



La decisione della Corte del Quinto Circuito, composta da un giudice nominato dall’ex presidenti Ronald Reagan, con l’aggiunta di altri due di Donald Trump, giunge dopo che il provvedimento è stato impugnato da un gruppo di querelanti, contro cui il dipartimento di Giustizia ha deciso di presentare appello. Il presidente americano Joe Biden incontra quindi l’ennesima difficoltà nel provare a diffondere una sorta di “green pass” nelle grandi aziende a stelle e strisce, e circa un mese fa si era prodigato in un appello, affinchè appunto la gente si vaccinasse per poter spingere anche la ripresa economica.



OBBLIGO VACCINALE LAVORATORI USA SOSPESO: L’APPELLO DI BIDEN AL MONDO IMPRENDITORIALE

“Noi sappiamo che non c’è altro modo di battere la pandemia che far vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione. Più persone si vaccinano, più vite verranno salvate”. Biden aveva inoltre spiegato: “Abbiamo fatto progressi, più di 150 milioni di americani sono stati pienamente vaccinati, i casi stanno calando anche del 40 per cento, i ricoveri del 25 per cento. Ma dobbiamo continuare su questa strada e far vaccinare più persone possibili, perché mettono a rischio la nostra economia”, poi rivolgersi alla comunità imprenditoriale, ricordando che le norme per la vaccinazione “fanno il bene dell’economia, sono lo stimolo più potente di tutti”. Il presidente aveva quindi annunciato l’introduzione dell’obbligo, spiegando che “coprirà cento milioni di americani, due terzi di tutte le persone che lavorano in America”.

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