La sostenibilità è stata al centro della conferenza virtuale di mezza giornata organizzata dal Global Tobacco and Nicotine Forum (Gtnf) la scorsa settimana. L’introduzione all’evento ha visto succedersi online di Elise Rasmussen, fondatrice di Gtnf ed executive director di Gtnf Trust, Patricia Kovacevic, global legal e regulatory strategist nonché principal di RegulationStrategy.com, Pippa Bailey, head of climate change and sustainability practice di Ipsos Uk che ha presentato i risultati di un sondaggio globale su 24 mila persone, ed Erik Bloomquist, consulente di investimento globale nicotina e tabacco.



Durante il primo dei due panel previsti, Sarah Bostwick Stromoski, head of sustainability stakeholder engagement di Philip Morris International, ha affermato come l’obiettivo della multinazionale del tabacco sia quello porre fine al fumo e di eliminare gradualmente le sigarette, ma anche cercare di costruire un nuovo business basato sulla salute e sul benessere, generando nuove entrate sostenibili da questi segmenti. Nel rapporto di sostenibilità del 2019 dell’azienda, Pmi ha stabilito come monitorare gli sviluppi interni e come restare al passo con le tendenze esterne utilizzando un processo in cinque fasi: identificazione degli argomenti Esg, raccolta delle prospettive degli stakeholder, valutazione del loro impatto verso l’esterno, valutazione del loro impatto verso l’interno e identificazione degli argomenti Esg più rilevanti.



Pmi, ha detto Bostwick Stromoski, può fare la maggiore differenza attraverso miglioramenti nell’impatto dei propri prodotti sulla salute e sul cambiamento climatico anche se l’impronta dell’azienda non è significativa. Ci sono anche diversi argomenti emergenti come acqua, biodiversità e sviluppo del capitale umano a cui prestare attenzione, ha concluso, sottolineando che l’azienda invita gli stakeholder a esaminare e impegnarsi, e che la valutazione aggiornata delle loro attività li sta aiutando a produrre un impatto netto positivo sulla società.

L’impatto ambientale è stato al centro dell’intervento di Ronald Ngwira, amministratore delegato della Pyxus Agriculture del Malawi, una delle affiliate dell’azienda omonima che si occupa di agricoltura a livello globale. Ngwira ha affermato di aver ridotto l’uso dell’acqua del 60% nella coltivazione del tabacco lavorando a stretto contatto con aziende come Universal Leaf, Imperial Brands e Pmi. Dal 1991, ha aggiunto, l’azienda ha piantato più di 8 milioni di alberi con investimenti massicci e sta avviando una strategia di diversificazione del prodotto. Karen Hall, direttore della sostenibilità alla Universal Leaf Tobacco Co, ha, invece, tracciato un quadro di come sarà la coltivazione del tabacco in futuro, tra il cambiamento del clima e le aspettative sociali che diventano più complesse. Karen ha detto che Universal Leaf sta rivedendo la resilienza esistente delle sue origini di fronte al cambiamento globale, creando obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, e un’azione guidata dai dati per ottenere il risultato in modo efficiente ed efficace.



Nel secondo panel “Prodotti sostenibili e gestione” Jodie Clarke, vicepresidente degli acquisti e della sicurezza aziendale di Altria Client Services, ha detto che la sua azienda sta affrontando le preoccupazioni sociali e ambientali impegnandosi con tutte le parti interessate per creare valore non solo per gli azionisti, ma per la società, e lo sta facendo attraverso sei criteri: guidare la responsabilità attraverso la catena del valore, per esempio riducendo il danno, approvvigionarsi e distribuire in modo responsabile, diversity dei fornitori, sostegno alla coltivazione e sostenibilità agricola, diritti umani, etica e compliance.

Gianmarco Guiduzzi, responsabile vendite e post-vendita di Cerulean, l’azienda fornitrice dell’industria del tabacco, ha, invece, esortato non lavorare in silos, e ha sottolineato che per avere successo, la sostenibilità ha bisogno che le persone che lavorano a monte e a valle siano coinvolte – compresi i fornitori, le aziende, ecc. La sfida, ha aggiunto Guiduzzi in linea con dottoressa Bailey che aveva sottolineato come i mozziconi di sigaretta siano il prodotto più inquinato del pianeta, è come sostituire alcuni dei materiali esistenti con alternative meno impattanti come la pellicola di polipropilene nei pacchetti di sigarette o i filtri delle sigarette, composti di acetato di cellulosa che finisce per essere gettato a terra o nei nostri oceani.

Il termine dei lavori è stato affidato a Kate Rebernak, fondatrice e ceo della società di consulenza FrameworkEsg, che ha proposto all’industria del tabacco tre idee per diventare radicalmente trasparente. La prima è l’impegno pubblico-privato, sottolineando che un’azienda non può portare un cambiamento se non può partecipare e per farlo dovrebbe essere completamente trasparenti sui progressi che stanno facendo sulla riduzione del danno (sia commercialmente che in termini di tasso di adozione tra gli utenti). La seconda è la condivisione di modelli di business, investimenti in R&S e marketing, mentre la terza riguarda il comportamento dei consumatori. Le aziende, secondo Rebernak, avrebbero più successo nell’allontanare i fumatori dalle sigarette tradizionali per passare a quelle elettroniche se fossero radicalmente trasparenti sui rischi e sui benefici e smettessero di commercializzare i loro prodotti ai giovani.

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