Una delle aziende nel settore food tra le più importanti in Italia e nel mondo come Grana Padano ha accettato l’invito al Meeting di Rimini 2020 all’interno dello spazio dedicato al tema “Sostenibilità e Sussidiarietà” per confrontarsi con l’enorme sfida post-Covid cui l’intero settore Paese è chiamato a rispondere nei prossimi mesi. Ospite al talk quotidiano “Dopo il Covid #quellicheripartono” durante i giorni del Meeting di Rimini 2020, il Direttore Generale del Consorzio Grana Padano Stefano Berni ha deciso di introdurre i temi del dibattito nella video intervista esclusiva ai microfoni de IlSussidiario.net, partendo dall’inevitabile e centrale snodo della sostenibilità: «abbiamo scelto di adottare e integrare gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu perché la sostenibilità la intendiamo a 360 gradi, quella riferita alle Nazioni Unite ancora di più perché noi vogliamo rispettare l’ambiente in quanto il nostro prodotto è strettamente legato al territorio». Grana Padano è legato solo a quel particolare territorio dove si produce il celeberrimo formaggio, con necessaria e fondamentale salubrità completa dell’area di produzione: «nella sostenibilità abbiamo fatto nostro il benessere dell’animale perché solo così si ottengono prodotti sani e di eccellenza». Infine, la sostenibilità ricercata e adottata da Grana Padano si trova nella gestione virtuosa dei ricambi delle aspersioni sul territorio, a partire dai concimi necessari: «noi abbiamo un sistema in credito di CO2 perché usiamo la pianta del mais per gli alimenti dei bovini abbiamo fortissimo credito di anidride carbonica, ma dobbiamo ancora correggere le poche emissioni comunque meno virtuose come il metano per un completo sistema virtuoso a scarso consumo energetico».
BERNI (GRANA PADANO): “RECUPERIAMO L’ATTEGGIAMENTO GLOBALE”
Per Stefano Berni la sostenibilità è un concetto da trasferire anche ai nostri lavoratori che devono considerare sostenibile e gradevole il lavoro di tutti i giorni: in merito alla sfida del Covid-19 si può parlare di sostenibilità per il Direttore Generale, ma non di elemento “positivo”, «per quanto riguarda noi di Grana Padano il Covid ha creato tanti danni a persone, consumi, distribuzioni. La pandemia speriamo che non torni mai più grazie all’avvento del vaccino». Secondo Berni, il coronavirus va considerato solo un evento negativo «da tutti i punti di vista», ma non per questo non si può più scommettere sugli “ingredienti” per una sana e decisiva ripresa post-Covid: ancora il Direttore Generale del Consorzio ai nostri microfoni spiega come sia necessario riprendere da dove si stava proseguendo prima del Covid, «globalizzazione dei consumi e dei prodotti di qualità, ma in generale della disponibilità dei popoli ad interagire ed interloquire e che ora va velocemente ripreso». Per Berni quell’atteggiamento “globale” va ripreso al più presto dopo lo stop forzato del Covid-19: «il nostro contributo alla sostenibilità dal basso ha un grande vantaggio, ovvero l’obbligo e rispetto di numerose regole fissate a Bruxelles per cui tutti i produttori (140 in Italia, ndr) nella Pianura Padana devono seguire. Gli obblighi che prendiamo noi sono gli stessi che poi caseifici e stalle devono adottare». Questo, conclude Berni, «permette che le nostre regole fissate diventino subito obbligatorie per tutti nella larga filiera di Grana Padano» con l’innegabile vantaggio in termini di qualità ed eccellenza del prodotto finale.