In vista dell’imminente Meeting di Rimini 2020 Special Edition, all’interno del talk show live “Dopo il Covid #quellicheripartono” è previsto un folto ciclo di incontri sul tema “Sostenibilità e Sussidiarietà”: dopo aver presentato alcuni degli ospiti che parteciperanno attivamente ai dibattiti, ospite in una intervista esclusiva al Sussidiario.net è oggi il mondo Coca-Cola HBC Italia. Coca-Cola e il lavoro, una tematica che da decenni si intreccia ma che negli ultimi mesi del Covid-19 acquisisce un significato particolare: «oltre 2mila lavoratori in Italia sono la ricetta segreta dei nostri prodotti», spiega al Sussidiario.net Giangiacomo Pierini, direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di Coca-Cola HBC Italia. «Da 4 anni siamo all’interno dei top employer ma questo non basta, puntiamo sempre alla formazione sempre più approfondita dei nostri lavoratori», prosegue il responsabile di Coca-Cola HBC Italia nell’introdurre il tema della sostenibilità. «Per noi importante è rendere la nostra azienda un posto piacevole dove lavorare», spiega Pierini sottolineando poi il valore essenziale della sostenibilità durante la pandemia coronavirus: «momento molto difficile per l’organizzazione del lavoro, colleghi e uffici con lavori molto diversi richiedevano da subito procedure che mirassero ala sicurezza come prima priorità e poi un costante confronto con le tante normative del Governo all’inizio della pandemia». Coca-Cola HBC Italia ha fin da subito stabilito diverse regole poi divenute utilizzate anche a livello nazionale su altre imprese e realtà: «dal 2014 noi adottiamo lo smart working come opzione reale» e grazie a questa lungimiranza spiega Pierini, «abbiamo potuto già da fine febbraio chiudere i nostri uffici e trasferire la forza lavoro in smart working».



COCA-COLA HBC ITALIA E LA SOSTENIBILITÀ

Covid è sostenibilità? Un tema difficile sul quale il Meeting quest’anno ragionerà a più riprese: secondo il responsabile della Coca-Cola, azienda anche italiana da oltre 90 anni, «siamo parte orgogliosa della comunità e significa attivarsi anche in fasi d’emergenza come queste. Oltre alle donazioni fatte alla CRI, abbiamo voluto donare i nostri prodotti ai medici e operatori sanitari per regalare loro un filo di sorriso ed energia che meritavano in quei momenti più di tutti». 1 milione di prodotti sono stati distribuiti gratuitamente a 18 mila operatori, ma non solo: pranzi offerti ai trasportatori (visto che bar e ristoranti erano chiusi), molte iniziative per dimostrare la vicinanza e solidarietà alla comunità. Per Giangiacomo Pierini gli ingredienti possibili per una ripresa post-Covid non possono che partire dalla continuità del core business: «non tutti sono riusciti a riaprire ma con diversi progetti stiamo tentando di restare il più vicino possibile ai produttori e ristoratori».



Grande timore, ammette Pierini, sussiste ancora per la «spada di Damocle» delle due tasse che arriveranno dal Governo (e anche dall’Europa): «la plastic tax e la sugar tax rischiano di colpire questi punti di vendita già in crisi per la pandemia Covid-19, speriamo che il Governo cambi idea il più presto possibile», si augura il responsabile comunicazione di Coca-Cola HBC Italia. Ripresa è complessa ma bisogna essere positivi, chiarisce in ultima analisi Pierini sottolineando l’importanza della sostenibilità “dal basso”: «non è più un’etichetta che le aziende si mettono per sembrare più belle, la sostenibilità è un nuovo modo di concepire il business, deve guidare le scelte dell’impresa». Dal packaging al 100% riciclabile alla possibilità di utilizzare materiale riciclato, la sfida per ripartire – al netto delle difficoltà e ostacoli messi a volte dalle leggi dello Stato – è possibile e le varie sfide non sono impossibili.