Termini come “resilienza”, “speranza” o anche “sostenibilità” sembrano dirimere le scelte politiche, civili e commerciali di chiunque nel marasma dell’Occidente contemporaneo: sono valori fondanti e importanti se solo non rimangono parole, come denuncia in un lungo editoriale su “La Verità” l’ex Presidente Ior, Ettore Gotti Tedeschi.
Di recente ospite a Cernobbio il Ministro della Scuola Patrizio Bianchi ha ricordato come per lo sviluppo reale contano le persone con le proprie competenze, il capitale umano: «non è fatto però solo di competenze scientifiche e professionali, è fatto anche di valori morali e responsabili, che danno a queste competenze un senso, un fine. Le competenze sono mezzi che per esser ben utilizzati necessitano un fine. Mai come in questo momento questo valore di qualità umana risulta esser confuso, non riconosciuto, mistificato persino». Lo sviluppo realmente “sostenibile”, continua Gotti Tedeschi, non può prescindere da un capitale umano con visione e condotta morale «orientata a un fine e un bene comune».
BXVI: “NELLE CRISI SERVE CAMBIARE L’UOMO”
Ebbene, ai tempi odierni questa ricerca del bene comune necessiterebbe di una dottrina sociale e morale che «la verità sulla insostenibilità della crisi attuale e dei reset per risolverla». Gotti Tedeschi cita il teologo Don Nicola Bux che nei suoi lavori parla del tentativo del mondo globalizzato di unificarsi per rispondere alle tante crisi e fallimenti degli ultimi decenni. Progetto lodevole se solo fosse considerato l’aspetto etico-morale e la presenza di persone prima ancora che “entità globalizzate”: si cerca così di costruire nuovi valori “unitari” che possano distrarre da quelli autentici, ovvero quelli «tradizionali, culturali e religiosi». Dopo le grandi ideologie del Novecento, l’ambientalismo è stato uno dei primi valori “imposti” alla collettività, seguito oggi da “salutismo” e “sostenibilità”: «Sottovalutando, o persino ignorando, il valore “dignità” della persona umana e proponendo un nuovo umanesimo e nuova antropologia», attacca ancora l’editorialista su “La Verità”. È un inganno completo che andrebbe «smontato» il più in fretta possibile, rilancia Gotti Tedeschi, «un inganno che nasconde una tecnica cui manca la morale». Il vero unico valore unificante, lo dice la Chiesa da oltre due millenni, è la dignità unica della persona umana: senza di questo, conclude Gotti Tedeschi, rischiamo di essere travolti dai nuovi valori universali – come la “sostenibilità”, ma non solo. Lo diceva già Papa Benedetto XVI nella “Caritas in Veritate”: «queste crisi non si risolvono cambiando gli strumenti, ma cambiando l’uomo». E allora l’ex Ior ha buon gioco a commentare, «queste opportunità di crescita e sviluppo devono avere la creatura umana come fine. Altrimenti addio sostenibilità».