Dopo il passaggio positivo al Senato, la Camera dei deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente e della biodiversità nella Costituzione. Con 468 voti a favore, uno contrario e sei astenuti, il nostro Paese ha ora una norma costituzionale che tutela la natura, con tutto ciò che questo significa. La modifica della Costituzione riguarda gli articoli 9 e 41.
All’articolo 9, dove si indica che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”, è stato aggiunto che “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
L’articolo 41, invece, afferma che l’iniziativa economica è libera ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”: a questi fattori viene aggiunto ora anche che non può essere nociva “alla salute, all’ambiente”.
Qual è la portata di questo cambiamento ?
Innanzitutto segna l’ingresso ufficiale dell’ambiente e della biodiversità nella parte “nobile” della Costituzione, riconoscendovi quindi una importanza e un valore necessario e strategico per lo sviluppo del nostro territorio come sistema Paese.
In secondo luogo perché interviene anche sull’articolo 41, affermando in modo permanente che l’iniziativa economica non può e non deve avvenire a discapito della natura. Questo è particolarmente importante alla luce di un passaggio fondamentale nell’approccio al tema della biodiversità: il valore riconosciuto del capitale naturale.
È un tema che va al di là delle sole questioni giuridico-normative. L’umanità e i suoi sistemi economici sono parte integrante della natura e non sono fuori di essa. Il funzionamento degli ecosistemi è influenzato dalle attività economiche che spesso danneggiano gli ecosistemi e minano la loro capacità di fornire servizi per migliorare la prosperità e il benessere della nostra comunità e della nostra discendenza (vedi. Dasgupta, The Dasgupta Review, 2021). Benessere che può essere invece garantito soltanto nel momento in cui troveremo un rapporto sostenibile tra l’umanità e la natura, equilibrio che deve essere supportato dai sistemi finanziari ed educativi, oltre che normativi.
Il riconoscimento di questo concetto di biodiversità segna ufficialmente un percorso che richiede un impegno preciso su diversi fronti, primo fra tutti l’acquisire la consapevolezza culturale del valore della natura attraverso l’educazione ambientale a tutti i livelli, oltre che il mettere in atto politiche locali di monitoraggio e tutela.
È ora, infatti, che comincia l’avventura, nel dare operatività e risorse adeguate a quanti nel nostro Paese si occupano appunto di gestione e tutela della natura. Oggi abbiamo la possibilità di agire in un quadro normativo e scientifico chiaro e definito per sapere quali sono le misure e gli interventi più efficaci per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità, intesa con habitat e animali. Abbiamo davanti una nuova straordinaria occasione: agire da subito direttamente e concretamente sulle leve di cambiamento del futuro nostro e dei nostri figli. Lavoriamo insieme, quindi, per rendere l’ecologia integrale invocata da Papa Francesco la realtà di bene comune che tutti cerchiamo.
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