L’unico anticorpo monoclonale efficace contro la variante Omicron viene prodotto in Italia, a Parma, ma i nostri ospedali non ne hanno neppure una dose. Questo perché finisce negli ospedali americani, mentre quelli italiani sono senza proprio quando questo ceppo del Covid diventa prevalente. Lo spiega il Fatto Quotidiano, chiarendo che questa indisponibilità è legata al fatto che abbiamo comprato poche dosi e tardi, quindi molte regioni hanno esaurito le loro scorte mentre ora c’è la corsa agli accaparramenti. I responsabili dei servizi farmaceutici regionali che ieri hanno preso parte al tavolo nazionale con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), hanno ammesso: «Siamo allo shortage nazionale». L’anticorpo monoclonale in questione è Sotrovimab, l’ultimo dei quattro farmaci autorizzati in emergenza in Italia, l’unico a funzionare contro la variante Omicron.



La casa farmaceutica Gsk il 2 dicembre scorso, alla luce di uno studio pre-clinico, ha fornito i dati sulla capacità neutralizzante. Riduce dell’85% il rischio di ospedalizzazione o morte. Aifa ha dato indicazioni sul trattamento il 4 agosto 2021 con le solite specifiche per i monoclonali: va somministrato ad adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni che non hanno bisogno di ossigenoterapia supplementare per Covid e che sono ad alto rischio di progressione a una forma severa di Covid.



MENO DI 500 DOSI DI SOTROVIMAB IN ITALIA

L’Italia ha acquistato solo duemila dosi di Sotrovimab a dicembre, usandone 1.542. I dati sono riportati dal Fatto Quotidiano, secondo cui attualmente nel nostro Paese ci sono meno di 500 dosi. C’è una ragione come la Liguria che disporrebbe di 20 trattamenti, ma ce ne sono altre, in particolare al Sud, che non ne ha neppure una dose di anticorpo monoclonale. Con il picco della quarta ondata dovuta alla variante Omicron che si avvicina, la situazione è molto delicata. Infatti, nell’ultima riunione di coordinamento nazionale tra Aifa e i servizi farmaceutici regionali è stata ribadita la necessità di somministrare le poche dosi ai pazienti ad alto rischio.



Quindi, lunedì 17 gennaio ci sarà la consegna di altre 5mila dosi di Sotrovimab, un numero non sufficiente per gli addetti ai lavori in base all’andamento dell’epidemia. Mentre l’Italia acquistava poche dosi, gli Stati Uniti hanno ordinato 500mila dosi, condizionando lo stock su scala globale. Una beffa, non la prima, visto che i primi anticorpi monoclonali prodotti a Latina venivano distribuiti all’estero. L’auspicio dei dispensatori regionali più sprovvisti è che bastino le poche dosi giacenti, quelle modeste in arrivo e i farmaci antivirali come il Molnupiravir della Merck, la cui efficacia però si è ridotta.