L’intenzione è dichiarata: realizzare un Sapore di mare per la generazione Z, i nativi digitali nati a cavallo del millennio, che magari hanno sentito quelle atmosfere solo dai racconti dei genitori. Enrico Vanzina, che dell’originale era la mente assieme al fratello Carlo, mette su un progetto per portare il suo marchio di cinema vacanziero anche al pubblico di Skam e Youtube, Mediaset finanzia e Netflix distribuisce: ecco servito Sotto il sole di Riccione.
Solito canovaccio corale di ragazzi in vacanza alla ricerca di sesso e/o amore: lo sfigato, il belloccio aspirante cantante e la migliore amica della fidanzata, il ragazzo cieco che vuole assaporare sensazioni mai provate e la di lui madre, single e troppo apprensiva, la ragazza delusa dal fidanzato che scopre un’app di incontri, il timido innamorato dell’amica e via elencando. Il mare e la musica di Tommaso Paradiso coroneranno quasi tutti i sogni d’amore.
Vanzina scrive con Caterina Salvadori e Ciro Zecca il solito copione balneare già scritto 40 anni fa e si fa aiutare dai giovani collaboratori ad aggiornare i modi, se non i temi, e dalla direttrice casting Cristina Raffaeli a scovare attori sotto i 20 anni che non sembrassero completamente spaesati o fuori parte. Ultimo tocco di furbizia: affidare la regia a Younuts!, duo composto da Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, attivo da tempo nei videoclip e con gli youtuber più amati.
Dal punto di vista produttivo, quindi, Sotto il sole di Riccione è un’operazione perfettamente congegnata, che trova la via dello streaming come suo sbocco naturale essendo il computer il modo in cui certe storie para-televisive vengono fruite dallo spettatore tipo del film. Dal punto di vista cinematografico invece il meccanismo è meno oliato.
Rispetto a prodotti analoghi che Vanzina ha prodotto o realizzato negli anni soprattutto in tv, questo ha una confezione di alta professionalità, una produzione curata (a cura di Andrea Occhipinti, fotografia di Davide Manca, montaggio di Francesco Galli, musiche di Paradiso e Matteo Cantaluppi), un gruppo di attori ben diretti su cui spicca Andrea Roncato nei panni di un attempato latin lover con tocchi crepuscolari a cui spetta l’unico brividino del film. Eppure, Sotto il sole di Riccione è un film che pare imballato sottovuoto, riposto in soffitta e poi tirato fuori per un’occasione particolare, messo a lucido, ma liso.
Sia la sceneggiatura quanto la regia non affondano in nulla, non nei sentimenti, nella nostalgia, nell’umorismo, nemmeno nella crassa volgarità di alcuni sotto-prodotti recentemente assurti a opere di culto; Younuts! e Vanzina mettono competentemente in scena una sfilza di attimi da sitcom sentimentale con un immaginario visivo ed estetico che dalle pubblicità degli anni ’90 non ha quasi fatto un passo (ci fosse un solo ragazzo, anche il meno “popolare” che non sia magro, in forma, pronto per bucare lo schermo). Forse la notorietà tv degli attori attirerà qualche adolescente, chissà se basterà per convincerli della bontà di un film innocuo. Insapore di mare, verrebbe da dire.