Scioglimento dei ghiacciai, alluvioni improvvise, grandinate inaspettate. I cambiamenti climatici che imperversano ormai da decenni stanno mettendo a dura prova la tenuta del pianeta ma anche il lavoro degli stessi meteorologi, per i quali ormai prevenire un evento avverso è diventato molto più complicato. Sottocorona, a Libero, ha spiegato: L’alluvione nelle Marche non è stata prevista perché dalle carte non emergeva alcun dato allarmante. Purtroppo può accadere: i modelli non sono perfetti. Per fortuna accade raramente”.



400 mm di pioggia, quelli che hanno distrutto varie zone delle Marche e tolto la vita ad almeno 11 persone, sono dovuti a temporali autorigeneranti, come ha spiegato il meteorologo: “La causa sono i temporali che si autorigenerano. Il temporale di solito nasce, cresce come un fungo e poi si dissolve, invece in questo caso ha generato una nuova cellula d’acqua. Per capirci è come se non si spostasse mai da una zona, concentrando qui la pioggia che, diversamente, cadrebbe su km e km”. Con il clima impazzito, il lavoro da meteorologo è diventato ancor più complesso, come ha spiegato Sottocorona: “Una volta ci si lamentava perché non esistevano più le “mezze stagioni”, adesso dobbiamo prendere atto che sono saltate pure le stagioni intere. Ormai la parola d’ordine è: irregolarità”. L’esperto ha proseguito: “Sicuramente è diventato più complesso fare previsioni, perché il ventaglio delle possibilità è molto più ampio rispetto al passato: l’evento prima improbabile ora è possibile”.



Sottocorona: “Perché fare previsioni è diventato così complesso”

L’algoritmo, ha spiegato Sottocorona, è stato “superato dagli eventi” perché “I modelli matematici che rappresentano l’atmosfera sono molto buoni. Tuttavia si basano su dati forniti dall’uomo, le cui regole non rispecchiano più quelle realmente in atto. È come se fossero dei modelli “invecchiati” che non riescono a cogliere fino in fondo i fenomeni. L’evento estremo viene ancora ampiamente previsto, meno la sua reale intensità. L’evento estremo viene ancora ampiamente previsto, meno la sua reale intensità. Per esempio, facciamo scattare l’allerta perché il modello prevede 200 mm di pioggia in 24 ore – che è da alluvione e bollino rosso -, ma poi in realtà ne cadono addirittura 300 mm“.



L’emergenza climatica, preoccupa molto Sottocorona: “Sono molto preoccupato; per cui dico 9. Ho figli e nipoti adolescenti e non oso immaginare come sarà la situazione tra 50 anni. Si sta facendo poco (e si è fatto nulla) sul controllo e la gestione dell’inquinamento industriale. Tuttavia l’inversione di rotta non sarà solo complessa ed economicamente costosa ma anche lenta. Se infatti concettualmente sottoscrivo ogni parola di Greta, non sono altrettanto convinto che si possa cambiare domani, come sostiene lei”. Secondo il meteorologo, “Non si può certo fermare il riscaldamento climatico dopodomani. L’atmosfera è infatti un sistema enorme, che ha una fortissima inerzia: ci sono voluti 150 anni di società industriale per modificare il clima. Se, paradossalmente, da domani tutte le fabbriche non inquinassero più, ci vorrebbero comunque decine di anni perché il clima cominci a cambiare“.