Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia creeranno una flotta di sottomarini a propulsione nucleare di nuova generazione. Ciò è possibile grazie all’accordo multimiliardario “Aukus” che abbraccia almeno tre decenni e arriva a 18 mesi dall’annuncio a sorpresa della triplice alleanza navale nel Pacifico, che tra l’altro ha suscitato le proteste della Cina e posto fine al contratto tra Australia e Francia senza troppa diplomazia. Si tratta di una novità di non poco conto, visto che è una capacità detenuta da pochissimi Paesi e finora gli Stati Uniti l’hanno condivisa solo con il Regno Unito, dopo un accordo firmato nel 1958. Le indiscrezioni che stanno emergendo in questi giorni potrebbero incrementare le tensioni con Pechino, secondo cui si configura una violazione del Trattato di non proliferazione nucleare.
Gli Stati Uniti si sono difesi spiegando che non stanno fornendo all’Australia armi nucleari, ma solo la tecnologia di propulsione per i sottomarini. A tal proposito, questo programma articolato e costoso richiede il trasferimento di tecnologie avanzate, oltre che vincoli sulla formazione degli equipaggi, ma soprattutto ha comportato il rafforzamento del legame militare, tecnologico e politico tra i tre Paesi. La Gran Bretagna, dal canto suo, potrebbe incrementare sensibilmente la flotta di sottomarini a propulsione nucleare, passando da sette a 20 unità.
COSA PREVEDE ACCORDO TRA AUSTRALIA, USA E UK
Visto che questi sommergibili non potranno essere consegnati all’Australia prima del 2040 e quelli attuali dovranno essere ritirati dal servizio entro la fine degli anni ’30, dovrebbero essere venduti tre o cinque sottomarini Usa a propulsione nucleare della classe Virginia ad un costo di 3 miliardi di dollari l’uno. A partire dall’inizio del 2030 la Gran Bretagna e l’Australia costruiranno una versione aggiornata del sottomarino britannico classe Astute. Inoltre, l’accordo prevede che l’Australia fornisca anche una base per i sottomarini Usa, da usare per l’addestramento degli equipaggi australiani al funzionamento dei sommergibili a propulsione nucleare. Il piano è di notevole importanza per tutti e tre i Paesi. Infatti, per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda, gli Stati Uniti esportano una delle loro tecnologie più avanzate e segrete. D’altra parte, l’Australia si sta imbarcando in un programma potenzialmente molto costoso, che la pone in stretta dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti. Mentre i sottomarini forniti alla fine saranno interamente australiani, i sommergibili acquistati per la transizione potrebbero richiedere un equipaggio misto comprendente marinai statunitensi e la manutenzione dei reattori nucleari richiederebbe l’assistenza Usa.
CINA E RUSSIA CONTRO ACCORDO AUKUS
Questo accordo si pone come obiettivo quello di contrastare l’influenza della Cina nell’Indo-Pacifico. Infatti, da Pechino arriva una replica durissima. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, ha dichiarato che il patto Aukus rischia di creare una corsa alle armi e di rappresentare un pericolo per la pace e la stabilità nella regione. «Invitiamo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia ad abbandonare la mentalità da Guerra Fredda». Ma c’è preoccupazione anche in Occidente. Infatti, il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha replicato spiegando che Washington non ha intenzione di creare una alleanza stile-Nato nell’Indo-Pacifico. Peraltro, la Cina è il partner commerciale più importante dell’Australia, quindi bisogna capire come Canberra gestirà i rapporti economici mentre rafforza i propri legami militari con gli Stati Uniti. Joe Biden, dal canto suo, sta provando a concordare una telefonata con Xi Jinping per allentare le tensioni, ma non c’è ancora una data precisa. Sulla questione è intervenuta anche la Russia. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato che l’accordo Aukus «solleva molte domande legate alla non proliferazione», quindi serve «trasparenza» ed è necessario «rispondere a tali domande».