Il sottomarino Titan è ancora disperso, probabilmente proprio vicino ai resti del Titanic, area nella quale si stanno intensificando le ricerche con i robot dotati di sonar per la localizzazione e cavi per riportare a galla il sommergibile in caso di ritrovamento. Le ore restano contate a bordo, l’ossigeno rimasto a disposizione potrebbe essere sufficiente solo fino alle 11 di oggi. Le speranze sono legate quindi all’attività della Guardia Costiera Usa e di quella del Canada che hanno calcolato con le distanze dei punti probabili di inabissamento, che se corrette potrebbero confermare ancora una remota possibilità di trovare qualche membro dell’equipaggio o dei passeggeri ancora vivi.



Purtroppo però come confermano molti esperti, non è ancora certo il luogo esatto, anche se sarebbero arrivati nella notte nuovi segnali sonori dalle sonde, che potrebbero confermare la presenza di qualcuno ancora in vita a bordo o comunque che i mezzi di soccorso stanno cercando nel posto giusto. L’area nella quale sono concentrate le ricerche copre fino a 26mila Km quadrati e 4mila metri di profondità.



Sottomarino Titan, ricerche in corso, ma non c’è certezza sull’ossigeno rimasto a bordo

Corsa contro il tempo per cercare di salvare la vita alle persone che sono a bordo del sottomarino turistico Titan, intensificate le ricerche oltre che con i robot anche con cinque navi, che potrebbero presto arrivare a dieci , come ha affermato poche ore fa dalla Guardia Costiera in conferenza stampa “stiamo utilizzando tutti i mezzi possibili per il salvataggio“. Le ore di ossigeno rimaste però sono poche, si stima che tra le 11 e le 12 (ora italiana) di oggi potrebbe esaurirsi l’aria respirabile a bordo. Ancora gli esperti stanno cercando di capire cosa può essere successo per provocare un incidente così grave. Il sommergibile era stato progettato per risalire in superficie automaticamente dopo 24 ore, ma si è inabissato.



Forse la causa potrebbe essere stata proprio la mancanza di pressione, ma in quel caso, come purtroppo confermano gli ingegneri, il mezzo sarebbe imploso sotto’acqua. Ci sono poi anche altre variabili che potrebbero modificare l’autonomia, sotto accusa anche i filtri dell’aria, che dovrebbero garantire un ricambio tra anidride carbonica e ossigeno, ma il loro funzionamento potrebbe essere compromesso e quindi aver provocato un ulteriore restringimento dei tempi.