Dario Musso ha girato diversi videoclip come rapper prima di trovarsi coinvolto nella vicenda che lo ha visto sottoposto a TSO per aver girato con un megafono negando l’esistenza del coronavirus. La Iena Nina Palmieri lo ha intervistato mentre ha ancora degli psicofarmaci in corpo. Dario è andato in giro per il suo paese siciliano ma la dottoressa di famiglia, di Canicattì, ha deciso di sottoporlo al TSO saltando però l’iter che prevede prima un lungo dialogo con il paziente per mediare la sua adesione volontaria a un percorso di cure. Per Dario questa possibilità non c’è stata, è arrivata la decisione di sottoporlo forzatamente al TSO. “Mi chiedo se in un paese civile questo possa accadere” ha detto il ragazzo che, nonostante le sue teorie controverse, lamenta di aver visto i suoi diritti civili completamente calpestati. (agg. di Fabio Belli)
DARIO MUSSO, SOTTOPOSTO A TSO: IL RACCONTO
Sedato e legato perché nega l’esistenza del coronavirus: un Paese civile permette tutto questo? A porsi questa domanda sono Le Iene, e in particolare Nina Palmieri, autrice di un servizio che andrà in onda questa sera su Italia Uno a partire dalle 21:10 e che vedrà come protagonista Dario Musso, 33enne di Ravanusa, che lo scorso 2 maggio è stato sottoposto a TSO (Trattamento sanitario obbligatorio sotto gli occhi di tutto il paese, in mezzo alla strada. Circondato da medici e forze dell’ordine, per quanto il non sembri opporre resistenza, il giovane viene scaraventato a terra e immobilizzato, mentre un camice bianco ne approfitta per fargli una puntura di sedativo. A ricordare quegli attimi terribili è la madre di Dario, che a Nina Palmieri racconta: “Tutto il tempo mio figlio diceva: ‘mamma’, mi straziava il cuore a sentirlo e non poterlo né vedere né aiutare”.
SOTTOPOSTO A TSO PERCHE’ NEGA ESISTENZA CORONAVIRUS
Dario Musso resterà sedato e legato all’interno di un reparto psichiatrico, privato della sua libertà, per cinque giorni. Soltanto dopo un incubo fatto di reclusione e silenzio al 33enne è stato consentito di sentire al telefono il fratello. Ed è a lui che confida: “Sono chiuso nelle mani e nelle braccia, non mi posso muovere. La situazione è indescrivibile”. Il ragazzo chiede poi “come sta la mamma?”, ricevendo rassicurazioni dal fratello che gli chiede se stia mangiando e bevendo. La risposta di Dario è però indecifrabile: la sedazione è talmente potente da impedirgli anche soltanto di scandire bene le parole in una telefonata con il fratello. Da quanto emerso finora, il Tso per Musso, attivista politico, fratello dell’avvocato Lillo Musso candidato perdente alla carica di sindaco di Ravanusa, è stato perché, secondo la famiglia, si trovava in strada con un megafono e negava l’esistenza della pandemia di coronavirus.