Volano parole dure a “Omnibus”, trasmissione di La 7, fra Souad Sbai e Yassine Lafram sul caso Saman Abbas, anzi, sul caso fatwa (parere religioso). Sì, perché nei giorni scorsi la Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche Italiana) ne ha emessa una per prendere le distanze dai matrimoni forzati nell’Islam e la giornalista Sbai ha duramente attaccato Lafram su questo aspetto: “Quel signore – ha dichiarato – è un ragazzino messo lì, ma dietro c’è chi porta avanti un progetto della fratellanza musulmana. In Italia c’è una moschea, a Roma, che non si permette di fare la fatwa. Dico al signore che la fatwa non ha nulla a che fare con la religione, l’Ucoii appartiene a residui culturali retrogradi. Abbiamo bisogno di avere un ragazzino come lui?”.
Frasi che non hanno lasciato indifferente l’ospite del programma, che si è tolto il microfono e ha minacciato di andarsene immediatamente dallo studio: “Per la seconda volta sono stato chiamato ragazzino e nessuno mi ha tutelato. Io sono venuto qui per discutere. Io penso che siamo qui per parlare di un caso gravissimo, dell’omicidio di una ragazza, ma finora abbiamo parlato di questiono teocratiche, teologiche, dottrinali. È una continua delegittimazione della realtà che rappresento qui“.
SBAI VS LAFRAM: “STIA ZITTO!”
Lafram ha continuato a esternare le proprie rimostranze alla padrona di casa, rimarcando il fatto di essere stato chiamato “ragazzino” due volte davanti a lei e sottolineando che bisogna avere rispetto di quelli che sono i propri ospiti. A quel punto, Souad Sbai è intervenuta per dire: “Ragazzino era un modo di dire, non per offendere, ma lui ha continuato a dire delle bugie. Lui si sente il Santo Padre. Stia zitto, il signore! Voi siete dei falsi, volete portare un Islam radicale in questo Paese”. Per poi concludere sottolineando che un’associazione come la Ucoii non può fare una fatwa: “Allora io domani mi alzo e faccio una fatwa contro il signore… Sono pericolosi, vogliono fare lo Stato nello Stato!”.