I REDDITI DEI PARLAMENTARI: STUPISCE QUELLO DI SOUMAHORO DA SOLO 9MILA EURO
È sempre un esercizio di “curiosità” spulciare i redditi dei parlamentari, da qualche anno resi trasparenti sul sito di Camera e Senato: ecco però oggi, scorgendo Aboubakar Soumahoro con dichiarazione dei redditi ferma a 9.150 euro – in riferimento all’anno 2021 – ha fatto veramente scalpore. Se effettivamente non vi sono errori e queste erano le effettive entrate del deputato oggi al Gruppo Misto, viene da chiedersi come sia stato possibile mantenersi vita, mutuo, viaggi e impegni vari con circa 750 euro al mese netti. Come da poco confermato dallo stesso Soumahoro nell’intervista a “DiMartedì, il mutuo sulla casa da 270mila euro concesso ad Aboubakar e alla compagna Liliane Murekatete viene estinto a poco a poco dal contributo di entrambi. Ecco però, con reddito dichiarato nel 2021 così basso viene difficile pensare come Soumahoro possa aver contribuito al pagamento.
Come giustamente notano su “Libero” e “Affari Italiani”, Soumahoro con quei 9mila euro viveva al di sotto della soglia di povertà (e appena sopra il percepimento medio del Reddito di Cittadinanza). «Soumahoro ha anche dichiarato 7.291 euro ricevuti da finanziatori in campagna elettorale, quasi come il suo reddito complessivo», rileva ancora “Libero Quotidiano” nel focus sulla situazione economica attorno al deputato rimasto coinvolto solo tangenzialmente alle inchieste della Procura di Latina contro le cooperative di aiuto ai migranti, gestite dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo e della compagna Liliane.
BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA NEI COMUNI DELLE COOP DI SOUMAHORO: ECCO PERCHÈ
Mentre si attendono novità sul fronte indagini per i presunti reati compiuti da suocera, moglie e cognato di Aboubakar Soumahoro, negli scorsi giorni si sono tenuti due blitz della Guardia di Finanza in altrettanti Comuni dove risiedono le ong della famiglia: le forze dell’ordine si sono presentati nei palazzi di Sezze e Roccagorga portando via materiale e documentazioni legati agli appalti gestiti dalla cooperativa di assistenza/accoglienza migranti “Karibù”. Si cercando conferme o smentite circa il presunto sistema di fatturazioni false attuate dai membri delle coop di famiglia Soumahoro, che servivano per far sparire fondi pubblici ricevuti dalle cooperative Karibù e Consorzio Aid da Comuni e prefettura.
Secondo la Procura, per fare questo maxi giro di affari loschi, sarebbero state utilizzate «società schermo» come la Jambo Africa, di proprietà del cognato di Soumahoro. Non solo gli inquirenti stanno anche approfondendo un ulteriore esposto arrivato qualche mese fa dall’ex consigliere comunale di Roccagorga, Maurizio Fusco: l’uomo ha denunciato la ong di Mukamitsindo in quanto avrebbe «messo l’accento su alcune delibere della giunta comunale relative a pagamenti effettuati alla cooperativa dei Soumahoro nel 2020 su un ricalcolo di competenze per il servizio Sprar delle annualità 2014 e 2015», rileva “Il Giornale”.