SULLA FAMIGLIA DI SOUMAHORO INDAGA ORA ANCHE L’ANTIFRODE UE (OLAF)
Il caso legato alla famiglia di Aboubakar Soumahoro si allarga anche in Europa: l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha aperto indagine sulle cooperative Karibu, Consorzio Aid e Jambo Africa create dalla moglie e dalla suocera del parlamentare ex Pd e AVS (oggi nel Gruppo Misto). Mentre è stato chiesto processo per Liliane Murekatete e la madre Marie Terese Mukamitsindo in Italia sul ben noto “caso coop”, ora è anche l’antifrode europea a mettere nel mirino alcuni stanziamenti Ue, oltre che immobili a Bruxelles.
L’indagine parte però da lontano, ovvero dallo scorso ottobre 2023 quando il procuratore Giuseppe De Falco ha informato l’Olaf dell’inchiesta mossa contro la famiglia Soumahoro per frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio sulla gestione delle cooperative Karibu, Consorzio Aid e Jambo Africa (fondate e gestite dalla moglie e suocera del deputato, il quale resta estraneo ad ogni inchiesta). Come spiegano i focus de “La Verità” e del “Fatto Quotidiano”, l’ufficio Ue. Stato informato delle attività della procura avviando poi una propria indagine: tra il 22 e il 24 novembre scorso la stessa Olaf ha effettuato sopralluoghi nelle sedi delle società.
CASO SOUMAHORO, SU COSA INDAGA L’UE E COSA DICONO LE CARTE
L’ipotesi formulata dall’ufficio antifrode Ue è che possano essere stati usati dalle cooperative di famiglia Soumahoro, in modo inappropriato, gli stanziamenti del Fondo sociale europeo «per progetti di integrazione e inclusione sociale rivolti agli ospiti dei centri di accoglienza»: a quel punto la Guardia di Finanza avrebbe collaborato con i colleghi europei aiutandoli nella documentazione utile. «L’attività consentiva di individuare anche un raccoglitore intestato a Marie-Terese a Bruxelles, al cui interno venivano rinvenuti documenti di interesse operativo ai fini della presente attività investigativa», si legge nel verbale di ispezione riportato oggi da “Open Online”.
Entrando nelle pieghe dell’indagine, si scopre che l’Olaf concentra le ricerche su alcuni contratti d’affitto relativi a immobili presenti a Bruxelles riconducibili alla moglie e suocera di Aboubakar Soumahoro: il primo immobile è situato nel quartiere Ixelles e nel 2018 venne dato da Murekatete con contratto di locazione alla madre Mukamitsindo per 1.000 euro al mese. Il secondo invece, nel medesimo edificio, sarebbe stato affittato alla coop Karibu gestita dalla madre per 1.300 euro al mese: secondo “Il Fatto” vi sarebbe anche un terzo immobile, in un’altra via dello stesso quartiere di Bruxelles.
Nel fascicolo dell’indagine Ue della Olaf vi sarebbe poi la costituzione della Karibu Belgique, una società fondata nel 2016 dalla moglie di Soumahoro, dal cognato Michael, dalla compagna di lui e da altre due persone. L’indagine è volta a verificare che realmente quegli immobili siano riconducibili alle due donne a capo delle cooperative e se siano stati sfruttati illegalmente i fondi Ue per progetti di integrazione e inclusione sociale indirizzati agli ospiti migranti delle stesse coop.